Ombrescenze, la mostra personale dell’artista napoletana Adriana Del Vento, aprirà i battenti domani, martedì 12 marzo, alle 17, nello spazio espositivo Movimento Aperto in via Duomo 290/c (Napoli), guidato dall’artista e gallerista Ilia Tufano. Si tratta di un ciclo fotografico di recente realizzazione e assolutamente insolito.
Adriana Del Vento è stata inserita nel volume “Atlante dell’Arte Contemporanea in Campania 1966-2016” a cura di Vincenzo Trione, il risultato di un attento studio realizzato dal Dipartimento di ricerca del Museo Madre di Napoli.
Artista poliedrica, si è formata a Napoli, all’Accademia di Belle Arti ed è stata allieva di Augusto Perez che definiva “strano” il suo lavoro. Insieme alla fotografia, protagonista di questa esposizione, si occupa anche di scultura, installazioni, pittura ad acquarello e grafica, ha realizzato arredi sacri, ha prodotto e fatto realizzare i suoi gioielli d’artista a tiratura limitata o, addirittura, come pezzi unici. Ha, inoltre, realizzato libri d’artista e collaborato a diversi progetti editoriali, soprattutto di poesia, le sue fotografie appartenenti al ciclo Ombrescenza, ad esempio, corredano il libro di poesie “Sussurri d’Immensità” di Antonio Passero.
Profondamente vicina all’Oriente, soprattutto al suo esoterismo e alla dimensione spirituale. Il suo è un lavoro di ricerca che mette al centro il tema della trasformazione, intesa come metafora di impermanenza del reale, il suo linguaggio artistico parte da Napoli, città fortemente esoterica, che riunisce in sé elementi antichi, moderni e contemporanei anche di altre culture che la hanno, nel tempo, segnata.

Qui sopra e in alto, due immagini della mostra
Qui sopra e in alto, due immagini della mostra

La mostra Ombrescenze è introdotta dal testo di Antonio Vitolo, La Forma, l’Ombra. «Il campo originario in cui pulsa l’arte figurativa di Adriana Del Vento – scrive Vitolo – appare una Genesi del bianco e del nero, capace di ospitare venature, sfumature, modulazioni volumetriche che attingono il livello del colore per l’incanto – creativo? evolutivo? – dell’affiorare cromatico, gioco trascendente di frequenze. L’artista s’incunea o riemerge da un infinito che incute altissimo silenzio e rispetto grazie al miracolo delle linee di confine e del loro disfarsi in ulteriori, abissali, aspetti metamorfici. La risorsa del contenimento si scinde in accenni formali che impongono il tratto del divenire intrauterino della vita».
L’artista fotografa racconta uno spazio che a parole non può essere raccontato, partendo dall’ideazione di una forma, a un tempo lineare e poliedrica. Lo spazio diventa simbolo che rispecchia tutte le dimensioni del tempo, passato, presente e futuro, ma anche la psiche nella sua totalità, il conscio e l’inconscio.
Il titolo, Ombrescenze  si può ricollegare alla concezione junghiana dell’Ombra, messa a punto nel Novecento, dopo le terribili Guerre Mondiali e le loro atrocità: l’ombra è una realtà archetipica incancellabile, in cui si uniscono inconscio e ignoto.
«Ombra vale in definitiva – spiega ancora Vitolo – come oscuramento insito nell’origine e in ogni stato nascente. Oscurare coincide nell’arte, nei monoteismi, nelle scoperte scientifiche, nell’estate del meditare, con il donare la luce della nascita. Omero e Sofocle furono capaci di esprimerla in forma essenziale: l’essere umano è sogno d’un’ombra, ombra d’un sogno».
Ombrescenze potrà essere visitata fino al prossimo 2 aprile, il lunedì e il martedì dalle ore 17.00 alle 19.00, il venerdì dalle ore 10.30 alle 12.30 e su appuntamento (tel. 3332229274).

 

 

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