Pasquale Ferro uno dei pochi scrittori italiani (forse l’unico) che pubblica in lingua russa libri a tematica Lgbt. La Russia, infatti, è un paese dove vige una legge   omotransfobica: un reato parlare in pubblico dei diritti, degli amori e delle speranze dei cittadini gay. La definizione, strategicamente un po’ vaga, di “propaganda” darà al giudice la possibilità di punire con pesanti multe (fino a 15mila euro) artisti, attori ma anche comuni cittadini colti a esprimere un’opinione in pubblico sulla situazione degli omosessuali. Ma soprattutto di mettere al bando o vietare preventivamente eventi, manifestazioni, concerti, che possano essere ritenuti a rischio di “propaganda gay”.
Una legge fortemente voluta dalla Chiesa ortodossa, che continua a considerare l’omosessualità «una piaga sociale». La federazione russa ha atteso il 1999 per eliminare l’omosessualità dalla categoria di malattia mentale.
Ne parliamo con l’autore napoletano (anche giornalista pubblicista, nella foto sulla davanti al Cremlino) che ci spiega come è nata l’idea di pubblicare  i suoi romanzi in Russia?
«Il 15 agosto di qualche anno ero Mosca a firmare il mio primo contratto per ben due libri Gli odori dei miei ricordiLa luna esiste già pubblicati in Italia e a tematica omosessuale. Fu per me anche l’occasione di conoscere un paese fantastico pieno di cultura, di bellezza e di storia».


E dopo?
«Insieme alla casa editrice abbiamo organizzato una grande presentazione al Teatro Gogol di Mosca, è stata una serata fantastica, abbiamo creato un evento straordinario con ballerini russi, un pulcinella napoletano, video proiezioni, attori, con un pubblico caloroso che mi a accolto con fiori e grandi applausi, emozionante serata».
 E a Mosca è tornato?
«Certo. Sono riuscito a pubblicare un altro mio romanzo I racconti di un cane camorrista”  un libro che ha vinto un prestigioso premio come inedito, una storia che viene raccontata da un cane. Non è il solito testo che parla di camorra:  il mio cane incontrerà personaggi che confideranno i loro segreti, le loro storie, partendo anche dalla fine dell’800, un libro che dimostrerà quando la legge può vincere, quando la magistratura avrà la meglio su una piaga centenaria… ma soprattutto quando la figura della donna saprà essere forte».
Ma il suo filo con la Russia non si è spezzato…
«In russo sono usciti altri due titoli “Macedonia e Valentina” e “Bambola di stracci”. Il primo con una straordinaria  presentazione di un’attrice come Anna Maria Ackermann, il secondo con introduzione  di Marcello Colasurdo, tutti e due pubblicati in Italia dalla casa editrice ilmondo di suk guidata da  Donatella Gallone che ha sempre creduto in me.  Fin dal nostro primo incontro: nsieme facemmo un bel lavoro per pubblicare Genny Flowers, confessioni di una travestita in attesa di pensione d’invalidità, nel 2002».
Ancora tematica omosessuale…
«Il libro  “Macedonia e Valentina” racconta la storia complicata di una monaca che si innamora di una carcerata: passione, amore e carnalità, che portano le due donne a coronare il proprio desiderio di amore con la A maiuscola».
E “Bambola di stracci”?
«Narra la vicenda di una barbona: un ermafrodita cacciato da casa, costretto ad affrontare le cattiverie l’umiliazione di una società che non capisce che “L’amore è naturale”,  l’amore non ama le persone che non amano l’essere umano. Barbara – questo è il nome della protagonista- lotterà contro questo anomalo pensiero, vincerà contro tutto e tutti».
Ma in un paese come la Russia dove esistono normative cosi forti come l’omosessualità, come viene accolta questa tematica?
«
E’ un paese così grande nemmeno si accorgono di me… scherzo. Credo che le leggi vigenti sino sicuramente omofobe e restrittive con il divieto di propaganda omosessuale., ma poi mi accorgo che esistono luoghi di incontro ben protetti, una volta nella piazza Rossa ho incontrato un ragazzo con cui si parlava di omosessualità in modo molto naturale… lui era etero».
L’influenza ha un ruolo chiave in questi veti?
«
Credo che la chiesa ortodossa abbia un ascendente molto forte sulla popolazione e automaticamente sul potere, d’altronde anche in Italia la chiesa è sempre stata un ostacolo per i diritti, mi sembra che ultimamente le cose siano lievemente cambiate… ma c’è ancora tanta strada da fare, come una vera legge contro l’omotransofobia. Per il momento ci dobbiamo accontentare dell’Articolo 3, primo comma della Costituzione: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».
Come inizia la sua carriera di scrittore?
«Fin dalla fine degli anni ’70 mi sono occupato di diritti sociali, come quelli dei lavoratori e omosessuali. Oltre a essere un attivista, scrivo e porto in scena testi su questa tematica. Poi inizio a scrivere un diario in una scrittura automatica semplicemente come autoterapia (una specie di confessione laica). La mia storia di uomo è lastricata di eventi forti, fatti di povertà, negazione alla scuola… di violenza. Decido di pubblicare  il mio primo libro “Gli odori dei miei ricordi».
Lo propone a un editore?
«Non sapendo come entrare nel mondo dell’editoria spedisco un fax al Maurizio Costanzo Show come “Autore in cerca di editore” . Dopo la prima ospitata (sono stato più volte ospite sul palcoscenico del Teatro Parioli) vengo contattato da alcune case editrici, da quel momento decido di scrivere romanzi per divulgare il mio pensiero su quello che succede nelle strade del mondo, un mondo a volte sconosciuto, che io grazie alla mia vita di “uomo di strada” ho imparato a conoscere molto bene. Così nascono titoli come “Genny Flowers” “Mercanti di anime e di usura” “La luna esiste” “ “La radura verde smeraldo” e altri libri già citati, dove racconto le anime di persone che non hanno visibilità».
A che cosa sta lavorando adesso?
«Tutti i miei libri hanno radici teatrali e sono stati portati in scena, dandomi la possibilità di continuare a scrivere per il teatro. In questo momento (oltre a essere assorbito dal teatro) sono impegnato, insieme a due associazioni Arci Gay e Arco, a fare volontariato in vari settori e  nel carcere di Poggioreale, padiglione omosex. Un’esperienza intensa, con  i ragazzi detenuti: si è creato un rapporto profondo, abbiamo progetti importanti».
I suoi sogni?
«Oltre studiare, avere esperienze che ancora mi formano, nel mio pieno cassetto dei sogni, c’è quello di pubblicare “I racconti di un cane camorrista” in Italia, poi, continuerò a sognare, e a descrivere le anime che non hanno voglia di urlare le discriminazioni, i soprusi… Perché non ne hanno il coraggio, o non ne hanno la possibilità per condizioni sociali. E sono costrette a volte  a scomparire e a nascondersi, nel buio dei loro pensieri. Continuerò a dare voce a chi vive disagi nel silenzio del cuore… insomma dare voce a chi con il silenzio che ti fa diventare sordo, urlano attraverso la mia scrittura, tutti i malesseri che si portano nel cuore…».
Auguriamo a Pasquale Ferro di continuare a percorrere tutte  le strade del mondo.

 

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