Le società sportive di Inter e Milan “patteggiano” con la giustizia sportiva per evitare il processo. Responsabilità oggettiva per i rapporti con il tifo organizzato nelle curve (e fuori dalle curve). Ma, stranamente, la “Procura della Repubblica di Milano” ritiene che le due società siano “parti offese” e consente loro di presentarsi nel processo penale come “parti civili”.
Se per la giustizia sportiva esiste, a carico delle due suddette squadre, una responsabilità oggettiva per la violazione dei princìpi di lealtà, correttezza e probità e obbligo dell’osservanza delle norme del “Codice di Giustizia Sportiva”, il giudice penale ritiene che Inter e Milan siano “offese” per il medesimo tipo di reati che la giustizia sportiva ha già condannato.
Perché ammettere come parti civili le due società? Perché non aspettare il decorso/esito del processo penale sull’accusa di connivenza e complicità delle due società sportive con il tifo criminale?
Ma qual è il motivo del contendere? Servizi di catering, parcheggio, biglietti, pizzo sugli ambulanti. Emerge, agli occhi degli inquirenti, un quadro fatto di rapporti tra esponenti del tifo organizzato e gruppi criminali internazionali.
Episodi che partono dagli anni 2019 e 2020 (“Il Sole 24 Ore” del 30 settembre 2024). Da quegli anni in poi, ovvero a tutt’oggi, sembra sia stato ora stabilito, a priori, che le due società hanno “raddrizzato” il tiro e “spezzato” definitivamente quel tipo di rapporti.
L’allenatore dell’Inter e il giocatore Chalanoglu hanno continuato ad avere rapporti con gli esponenti ultrà della Curva Nord nerazzurra, fino alla stagione 2022-2023. Allora, società offese oppure o compiacenti?
Ma se ancora oggi questa vicenda è addirittura peggiorata, come sostiene lo stesso GIP Domenico Santoro della Procura di Milano, quale verità giudiziaria verrà fuori ?
Tra le “due giustizie”, quella sportiva e quella penale, la più avanzata e lungimirante è sempre stata quest’ultima. In questo caso, pare, si siano invertiti i ruoli.
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Foto da Pixabay

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