Le disobbedienti/ “Donne fuori”: quell’opuscolo che bocciava l’abrogazione al divorzio. Tre protagoniste per un progetto che osava sfidare le regole sociali

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Da bambina ho molto amato i fumetti, aspettavo il giorno della settimana in cui avrei potuto trovarli in edicola per correre ad acquistarli e immergermi tra le pagine colorate, quelli che mi piacevano uscivano in giorni diversi e così il mio via vai dall’edicola era un rito che si compiva più volte intrecciandosi con lo scambio e la condivisione con quelli preferiti da sorella e fratello maggiore.
Tra quelli che leggevo con avidità c’era anche Diabolik. Mi piaceva l’indipendenza di Eva Kant e l’illustrazione in quarta di copertina dedicata a personaggi femminili dai nomi ricchi di raffinata ricercatezza lontani da quelli di uso ordinario, uno di questi lo porto ancora con me: Altea, un nome che a pronunciarlo lo potevi arrotolare sulla lingua immaginando una vita piena zeppa di persone e attività interessanti lontani anni luce dai routinari impegni di Marta o Giuseppina.
Le sorelle Luciana e Angela Giussani, creatrici ed editrici di Diabolik, avevano talento, intraprendenza, passione e mestiere. Al lavoro svolto in occasione del referendum sul divorzio (1974) da una di loro, Angela, insieme con altre due donne è dedicato “Donne Fuori” scritto da Raffaele Mangano e Gianni Bono e da poco in libreria per If edizioni.
Tre donne lavorano insieme per realizzare un opuscolo a sostegno del NO all’abrogazione della legge sul divorzio, Donne fuori: “Fuori dagli schemi, dalle tradizioni castranti, dalle imposizioni. Donne che finalmente spezzano le catene ed escono dalle prigioni del conformismo”.
Diverse tra loro ma unite dalla volontà di contribuire a far emergere le storie di altre donne  – volutamente obliate nelle pieghe del tempo – come modelli da indicare al fine di sollecitare un necessario cambiamento che, dal consolidamento della legge sul divorzio, prendesse spunto e slancio per non interrompere un processo culturale volto al raggiungimento della parità di diritti, opportunità lavorative e di carriera, di scelte di vita, di indipendenza di pensiero ed economica accompagnato da uno scardinamento di stereotipi e riscrittura della morale.
Con uno stile fluido gli autori accompagnano chi legge, ospite muto intorno al tavolo di Angela Giussani dove si svolgono dialoghi serrati tra le protagoniste, rendendolo partecipe della conversazione e in grado di “vederle” grazie alle descrizioni di posture, atteggiamenti, sguardi e ambientazioni.
Giulia è una giovane donna, educata dai genitori alla sottomissione e macerata dai sensi di colpa, che scappa da un matrimonio e dalla propria famiglia prima di esserne del tutto annientata, Maria Grazia è una giornalista in carriera e Angela Giussani è la decana del gruppo.
L’opera di scavo negli archivi del Corriere della Sera, condotta da Giulia, non solo fa emergere la vita e le scelte coraggiose di donne che hanno osato sfidare le regole sociali della propria epoca o di arrivare ad opporsi ai nazisti per poi consegnarvisi salvando altre vite, è il caso di Elena Di Porto, ma si traduce nel percorso di emancipazione di Giulia che legge per imparare, per colmare i gap che l’educazione ricevuta le ha lasciato, scegliendo di diventare una persona diversa.
Marie Curie, Camille Claudel, Rosa Genoni, Ersilia Bronzini, Zelda Fitzgerald, Paola Lombroso, sono alcune delle donne scelte come modelli ed esempi di persone dotate di indipendenza di pensiero e talento che furono ostracizzate, ostacolate, screditate e – nei casi di Camille Claudel e Zelda Fitzgerald- messe a tacere in manicomi dove sarebbero rimaste rinchiuse fino alla morte.
Paola Lombroso ebbe l’idea di fondare un giornale rivolto ai bambini, il Corriere dei Piccoli, ma l’idea le fu scippata e la direzione della testata affidata a un uomo dimenticando che Matilde Serao di giornali ne aveva fondati e diretti più d’uno!
Il libro ribadisce il concetto su cui si fonda questa rubrica dedicata alle disobbedienti: restituire alle tante donne condannate alla damnatio memoriae la dignità e il giusto riconoscimento sociale. Ricordare l’esistenza dell’opuscolo “Donne fuori” con il commento Diabolik dice NO! È cosa importante per rivitalizzare la memoria, troppo spesso traballante, delle lotte sostenute dalle donne per il riconoscimento di diritti che, ancora oggi, in certi casi stentano ad affermarsi.
Bello il corredo grafico, Tracce, con le fotografie delle donne raccontate e le grafiche sviluppate in occasione della campagna referendaria. Senza la memoria nessuno di noi ha più identità, ogni persona cancellata si traduce nella distruzione di un frammento di verità, chi recupera storie rende un grande servigio alla collettività, ricordare per far conoscere versioni diverse di quanto accaduto è un esercizio di democrazia, un esercizio che tutti dovremmo compiere.
©Riproduzione riservata
IL LIBRO
Raffaele Mangano e Gianni Bono
Donne fuori
If edizioni
Pagine 191
euro 18

GLI AUTORI
Raffaele Mangano ha diretto periodici e condotto trasmissioni televisive. Dal 2015 al 2020 è stato direttore artistico del Premio Brancati. Nel 2015 ha scritto: Italiani schiavi per scelta. Ha pubblicato diversi romanzi.
Gianni Bono, giornalista e storico, ha curato “Le tre Giornate del Fumetto” la prima manifestazione popolare di settore (1971) e “Cartoomics” (1992). Ha ideato la Guida al Fumetto italiano (1993) e creato a Lucca il Museo italiano del Fumetto (2004). Ha scritto diversi saggi

Alcune delle donne presentate nel libro sono presenti tra #ledisobbedienti:

a proposito di come le donne venivano manipolate prima di essere internate:

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