Napoli continua a sfornare talenti. Anche nel campo musicale. Tra questi AmbrOsino. Il cantastorie di San Giorgio a Cremano. Edicola Votiva è il titolo del suo nuovo disco. Il primo interamente in lingua napoletana. Prodotto da MiMandaGiovanni per l’etichetta Full Heads e distribuito da Audioglobe.

Nelle foto, in alto, il cantautore, qui sopra, la copertina del disco\ ilmondodisuk.com
Nelle foto di Emanuela Gasparri, in alto, il cantautore, qui sopra, la copertina del disco

Un piccolo “spazio sacro” dentro il quale si riflette e si articola l’intera esistenza del cantautore sangiorgese: da quando ha cominciato a muovere i primi passi nel mondo della musica o quando, ragazzino di strada, imparava a conoscere la vita fuori dalle mura domestiche. Ecco perché lo definisce un disco “scugnizzo”. Un viaggio nel tempo che parte dagli anni ’70 e arriva fino ai giorni nostri.
Dieci tracce che raccontano storie, ricordi, un modo di vivere orgogliosamente “rallentato”. Il leitmotiv è: il tempo scorre, va veloce ma io resto ancora. Un punto fermo in un mondo che lascia poco spazio ai sentimenti, alle cose vere.
Pure sì perdo ‘o tiempo, è il pezzo d’apertura, una sorta di alfa e omega di tutto il lavoro che fa il verso a “E cerca ‘e me capì” di Pino Daniele. E poi, in ordine sparso, Aria fritta (on line il videoclip del singolo https://www.youtube.com/watch?v=PcL8luOeRxQ), che ci porta tra gli odori di una giornata caotica nel centro storico di Napoli, ‘A casa, dolce ballad che parla di radici e “mura amiche”. Poi ancora tutte le ansie e le paure del protagonista di ‘A notte fa paura, la malinconia di Ajere
Canzoni come foto istantanee tra il colore e il bianco e nero, piccoli flash monografici che narrano il percorso di vita di un ragazzo in un preciso periodo storico, all’interno del quale si evolve e si modifica il tessuto sociale di una città scoppiettante e mai doma, protagonista e sfondo delle storie.
AmbrOsino racconta un’umanità che abita una Napoli sanguigna, operosa, accogliente, generosa, ma anche spigolosa, ruvida e immite. Scorrono così le immagini, talvolta sfocate, di un’essenza: la pioggia che bagna una partita di calcio tra ragazzini, le ginocchia nere, le voci che “alluccano” al terremoto, le figurine di Maradona, le occupazioni studentesche, il cinema e il sound degli anni ’70 e ’80.
Ma anche le religioni che risiedono i vicoli, il sacro e il profano, il disagio giovanile e gli amori nati nelle strade del centro tra le spezie delle cucine del mondo e l’aria fritta dei “cuoppi”.
E come le edicole votive, illuminando i santi, illuminavano gli angoli dei vicoli divenendo un punto di riferimento per gli abitanti che riconoscevano così ‘a via pe’ turnà ‘a casa, con questo secondo disco il chitarrista vuole tornare alle origini, a casa, anche se non si è mai spostato da Napoli, dare luce alle sue memorie angolari, alla consapevole assennatezza, ai suoi punti fermi, prima di rimuovere gli ormeggi e riprendere il cammino.
L’accezione del disco, non a caso, è tutta nell’incipit della prima traccia: “e mo’ che vulisse / che je fosse tutto chell’ ca’ nun aggio visto? / e mo’ che vulisse / che je fosse tutto chell’ ca’ nun aggio ‘ntiso? ”
Una ouverture che apre e che volendo chiude il viaggio. La voce narrante nel centro della storia e che attraverso gli occhi di chi l’ha vissuta e di chi ne fa parte ancora, intende provare a disegnare un futuro. Il suo futuro.
AmbrOsino Massimiliano, classe 1971, nato a San Giorgio a Cremano in provincia di Napoli, compie gli studi artistici all’istituto statale d’arte “Filippo Palizzi”. Nipote di Armando Ambrosino, autore con Totò Savio del successo planetario “Cuore matto“, è musicista e chitarrista autodidatta, ostinato e appassionato sognatore che scrive, sussurra e suona le sue canzoni raccontando i contrasti, le paure, le contraddizioni, i sentimenti e le debolezze della sua gente.
In “AmbrOsino”, suo disco di esordio pubblicato nel 2015, mischia i colori e i suoni della sua terra, usa le parole con istintiva ironia e con una semplice ma efficace sintesi dialettica, colloca l’ascoltatore nel pieno centro delle sue storie, tanto da fargliene scorgere le immagini, viverne i luoghi e sentirne i profumi.
Candidato alle Targhe Tenco come “opera prima”, ha ricevuto una menzione speciale al Giffoni Music Contest. Vincitore del premio “Brescia On Line”, ha aperto il concerto della band Elio e Le Storie Tese al Palasport di Chiari (BS). Attualmente impegnato nella promozione del disco, disponibile nei negozi e su tutte le piattaforme digitali, il cantastorie spera di comunicare a breve la prima data live, per saperlo basta collegarsi alle pagine social Facebook e Instagram.

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