Migranti, la disperazione corre in Europa. E la paura anche. Spingendo a innalzare muri che respingono clandestini in fuga dal proprio paese, in cerca di una vita possibile. Ma c’è anche chi ce l’ha fatta a costruirsi un presente diverso da quelle che erano le prospettive nella terra dov’è nato diventando mediatore culturale in Italia. Come le quindici guide straniere che fanno parte del progetto “Napoli citt  migranda” collegato alla rete europeaMigrantour Intercultural Urban Routes cui hanno gi  aderito Torino, Genova, Milano, Roma, Firenze, Lione, Parigi, Lisbona, Valencia. «L’abbiamo promosso noi della cooperativa Casba» spiega la presidente, l’ avvocata ecuadoregna Jomahe Solis, che ha conosciuto il suo futuro marito (napoletano) in vacanza ai Caraibi e poi ha deciso di seguirlo a Napoli, per mettere su famiglia, ora più che collaudata, con un figlio ormai adolescente. E aggiunge «La cooperativa Casba opera da oltre quattordici anni, siamo diciotto soci (di cui due italiani). Grazie al contributo dell’otto per mille della Tavola valdese abbiamo potuto dare vita a un corso per formare quindici guide culturali (con 200 ore di lezione in classe e in strada) protagoniste di passeggiate per condurre i turisti attraverso gli angoli multietnici della citt . Adesso ne abbiamo ideati due uno da piazza Mercato fino a Porta Nolana, l’altro da Piazza Garibaldi alle stradine che la percorrono. I prossimi itinerari saranno la Sanit , il Cavone e piazza Dante».

Anastasiia, Chitra, Jimale, Shukri, Lydma, Irina, Papa, Chandrasiri, Pierre, Diarro, Pavlo, Jomahe, Chiara, Elena sono i nomi di questi ciceroni speciali che offrono una dimostrazione delle loro visite a un gruppo di giornalisti in un giro innervosito da un imprevisto acquazzone nel pieno della mattinata.
Vengono da Senegal, Somalia, Shiri Lanka, Gambia, Russia, Ucraina, Costa d’Avorio, Mauritania. Sembrano felici del loro lavoro di guida e si mettono alla prova con orgoglio raccontando la citt  antica abitata da nuovi cittadini che ben si sono integrati nella citt , amica e rispettosa. Lo afferma anche l’imam della grande moschea (centro di accoglienza anche per i più bisognosi) di via Corradino (nella zona del Lavinaio) alla vigilia del ramadan, il digiuno dall’alba al tramonto che comincia oggi gioved 18 giugno, per durare circa un mese. Niente episodi di razzismo, nessuna insofferenza verso le (cinque) preghiere quotidiane, tranquilla convivenza di civilt  differenti.

Napoli, una grande madre. Lo ribadisce pure Omar, imam senegalese della piccola moschea di via Firenze, sprezzante, invece, verso i francesi che accusa di aver depredato l’Africa di tutte le sue ricchezze.
E, uscendo dalla minimoschea, nel tour fino al mercatino di via Bologna dove è possibile comprare la Bissap, una bevanda all’ibisco tipica del Senegal, mostra su una bancarella anche un libro che svela le malefatte coloniali in terra africana firmate dalla Francia.

Ma camminando per la citt  migrante si respira soprattutto aria di cosmopolitismo che passa per la barberia con la scritta in arabo, per il coloratissimo negozio indiano di perle e bijoux oppure per il supermercato (l’angolo della banana) dove si trovano prodotti di ogni genere, riferimento per gli immigrati di tutte le nazionalit 
e per la macelleria Ennor dove è servito solo kebab di carne macellata con il metodo halal (l’animale viene ucciso con la testa orientata verso la Mecca). Un modo intelligente per far scoprire agli alunni delle medie il mondo variegato e pacifico che si nasconde dietro l’angolo di casa, ma anche ai napoletani stessi, distratti dal loro stress quotidiano, e ai turisti che fuggono dai luoghi comuni.

Le passeggiate debuttano sabato 20 giugno alle 10 e durano circa un’ora. La formula è stata gi  collaudata con le scuole

Per saperne di più
www.coopcasba.org
www.facebook.com/napolimigranda

Nella foto, in alto, il gruppo di "Napoli citt  migranda". In basso, da sinistra, la tappa a Piazza mercato, la moschea di via Corradino e l’imam Omar nel mercatino di via Bologna

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