“La condizione in cui mi trovo è proprio fuori dal tempo “

                                                                                          Bluvertigo

Nell’olimpo dei fotografi, tra i più grandi del ventesimo secolo e tra i primi venti migliori tra i fotografi di moda per la rivista Stern, troviamo Gian Paolo Barbieri che per la prima volta a Napoli in una personale dal titolo Fuori dal tempo espone diciotto opere di grande formato nella galleria Al Blu di Prussia, a cura di Maria Savarese.
Fotografie in bianco e nero che spaziano dagli anni novanta alla prima decade del nuovo millennio. Senza tempo o meglio fuori dal tempo, sospese in una dimensione altra come solo l’arte può fare.
Le fotografie sono accompagnate da una piccola selezione di 24 polaroid inedite scattate alle Seychelles tra il 1986 e il 2006, un diario di viaggio. Momenti e studi per un artista che ha fatto dell’eleganza e la semplicità la sua cifra stilistica, che ha sempre saputo reinventarsi pur mantenendo un filo unico che altro non è che il suo occhio, un determinato modo di vedere, quella sua certa idea del mondo, per citare Baricco, che rende unica e inconfondibile ogni opera.
Un abbraccio prima della partenza, ci racconta Barbieri in una polaroid, appunti presi e lasciati al mondo come lettere in una bottiglia, oggetto romantico per eccellenza, escamotage letterario che ci porta in terre lontane come le opere scelte per questa sua personale, il Madagascar,  Tahiti e le Setchelles.

Orchidea, Seychelles 1989 (Polaroid)

Come un moderno Gauguin, pittore tanto amato insieme a Rousseau, Magritte e Hopper, dopo una prima esperienza nella moda lavorando con i più grandi, Armani, Valentino e Versace tra i tanti, si rifugia nei mari del Sud per studiare le popolazioni locali e realizzare degli scatti immortali trovando l’essenza, arrivando al cuore di quei luoghi che tanto hanno arricchito il nostro immaginario iconografico.
Nella moda, negli eleganti salotti parigini e tra le passerelle milanesi Barbieri è riuscito a imporsi con le sue idee innovative, con il suo gusto raffinato e pulito “in grado di sedurre, e di scoprire l’occhio dell’anima” portando la donna fuori dagli studi, dal set fotografico , dallo sfondo bianco. La moda che si riprende il suo ruolo nella vita di tutti i giorni diventando realtà e concretezza, situazioni e sensazioni non più patinate e finte ma vere, Qui e ora, dove trova spazio anche l’uomo come modello per la prima volta nella storia di Vogue.

Uovo di Aepyornis, Madagascar 1994


Tutto questo  gusto dal sapore classico, il cinema degli anni quaranta , la pittura, il teatro e una certa derivazione dall’arte classica Barbieri lo ha portato con sé nei luoghi incontaminati del Sud, tra i corpi tatuati della Polinesia che ha saputo ritratte come dei immortali, cartografie dell’anima, tradizioni ancestrali, paesaggi scolpiti sulla pelle dell’uomo.
Il rapporto con la natura, con la propria storia fa di queste fotografie un lavoro di ricerca antropologica che ci restituisce un immagine come di paradiso terrestre. La vita ci viene restituita, come nelle foto che aprono la mostra.
Corpi nudi invitano senza peccato a lasciarsi andare alla bellezza, al piacere lontano da ogni tabù e restrizione morale. Un ritorno alle origini, al mondo prima che lo contaminassimo con le nostre piccoli menti bigotte. La libertà di esistere come un grande uovo tra le braccia di un indigeno, l’uomo che porta con sé , forte tra le mani, il mondo tutto così come ancora non siamo in grado di conoscerlo o rovinarlo.
©Riproduzione riservata 

Al Blu di Prussia fino al 28 gennaio
In copertina, Head Shark, Seychelles 1998

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