Qui sopra, la copertina. In alto, foto
di gruppo durante la presentazione
a San Domenico Maggiore

“La violenza di genere dalla A alla Z “. Se ne parla nel libro edito da Armando editore e curato da Virginia Ciaravolo, presentato nel complesso monumentale di San Domenico Maggiore a Napoli. L’incontro è stato coordinato da Rosa Praticò, vicepresidente nazionale dell’associazione
Maipiuviolenzainfinita, organizzato in collaborazione con l’assessorato alle pari opportunità del Comune di Napoli.
Quarantacinque autori per un manuale che punta a essere, attraverso i singoli interventi, un indispensabile vademecum contro la violenza di genere, frutto di una cultura patriarcale legata alla subalternità femminile. Ma la violenza di genere sarà sconfitta- come sottolinea l’assessora Francesca Menna- sarà sconfitta solo quando si imparerà a fare rete.
Su questa scia s’inserisce Virginia Ciaravolo: «Il manuale risponde proprio al requisito di multidisciplinarietà contro il fenomeno: Associazionismo, Forze dell’ordine Ordine, Avvocati, Psicologi, Operatori Sanitari, Assistenti Sociali, Politica e Giornalisti, uniti nel seguire le linee guida al contrasto del fenomeno».
Presente al dibattito, tra gli altri, anche il questore Alessandro Giuliano: «La polizia di Stato – precisa- è impegnata, da anni, nel contrasto dei fenomeni di violenza di genere, con particolare attenzione alla formazione e alla specializzazione del personale deputato all’ascolto delle vittime e alle conseguenti attività investigative. Rilevante è anche l’impegno profuso nella realizzazione di luoghi dedicati all’accoglienza, predisposti con l’obiettivo di sostenere le vittime in un ambiente adeguato e confortevole, in uno dei momenti di maggiore vulnerabilità. Sul piano della prevenzione, è sempre più imprescindibile la necessità di “fare rete” tra le istituzioni e gli enti coinvolti e di contribuire a alimentare una cultura del rispetto di genere».
Il rispetto, infatti, passa sempre per un’azione sinergica dove la scuola ha certamente un posto di primo piano per educare le giovani generazioni all’uguaglianza nella differenza.

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