Dal fondo leopardiano, conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli, spunta un inedito. Un suggestivo autografo (foto) del giovane Leopardi con ogni probabilità del 1814, quando il poeta aveva 16 anni.
Il manoscritto giovanile che era passato inosservato è stato intercettato  da Marcello Andria e Paola Zito che ne hanno curato la pubblicazione per i tipi  di Le Monnier Università
Il volume “Leopardi e Giuliano imperatore. Un appunto inedito dalle carte napoletane” (Firenze, Le Monnier Università, 2022) si presenta oggi a Napoli , alle 16, alla  Biblioteca nella sala Rari con interventi di  Maria Iannotti, Giulio Sodano, Francesco Piro, Rosa Giulio, Silvio Perrella, Lucia Annicelli.
Un quadernetto formato da quattro mezzi fogli, ripiegati nel mezzo in modo da ottenere otto facciate, recanti una lunga e fitta lista alfabetica di autori antichi e tardo antichi (circa 160 i lemmi), ciascuno dei quali seguito da una serie di riferimenti numerici. (oltre 550 nel complesso).
 Adolescente, Leopardi assiduo frequentatore della biblioteca paterna, che realizza un accurato e capillare spoglio dell’Opera omnia di Giuliano imperatore, ricorrendo all’autorevole edizione di Ezechiel Spanheim, apparsa a Lipsia nel 1696.
Giacomo, che soltanto l’anno prima ha cominciato a studiare il greco da autodidatta, perlustra spesso i migliori esemplari della biblioteca paterna. E l’autografo ci mostra come benché giovanissimo Leopardi  è già uno  studioso attento e curioso, dotato di un accurato  metodo di lavoro, che rappresenterà la caratteristica costante del percorso leopardiano.
Gli anni in cui il giovane Leopardi si accosta alla lettura di Giuliano rappresentano una tappa significativa nel percorso di rivalutazione della figura dell’Apostata, per lungo tempo offuscata dalla condanna pressoché unanime degli storici della fino alla metà del XVI secolo e riscoperta nel Settecento  ad opera soprattutto degli illuministi (Montesquieu, Diderot, Voltaire) ma accolta in Italia, fra attestazioni di stima e dichiarata ostilità.
Richiami all’opera dell’imperatore filosofo neoplatonico ricorreranno anche in seguito nell’opera leopardiana: in particolare  nelle Operette morali (nei Detti memorabili di Filippo Ottonieri) e nello Zibaldone, in alcune esercitazioni di carattere filologico.
Il libro contiene saggi  di Marcello Andria, Daniela Borrelli, Maria Luisa Chirico, Maria Carmen De Vita, Stefano Trovato, Paola Zito che conducono le loro riflessioni sul piano  storico -filosofico dal IV secolo d.C. all’Illuminismo e oltre, indagando anche nelle pieghe di un tessuto lessicale e concettuale denso e significativo.

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