In alto, la presentazione della carta della cultura al Mann. Qui sopra,
la sala del toro farnese

Prende coraggio, cammina spedita e mostra con soddisfazione la sua rivincita. Nelle redazioni dei quotidiani di casa nostra, la Campania, spesso è stata considerata una Cenerentola che si poteva relegare in un angolo e dirittura eliminare. Quando le inserzioni pubblicitarie erano tante, a saltare era sempre lei, la pagina della cultura.
Ma prima che il covid ci costringesse a rinchiuderci in casa per ripararci dal contagio, la cultura aveva già dimostrato di essere una protagonista convincente del Belpaese, richiamando turisti da nord e sud, non solo attraverso il fascino del tempo antico, ma anche mediante la seduzione di quello contemporaneo, tra esposizioni, spettacoli, performance e tempo libero.
Con la cultura si può far volare una nazione come l’Italia che ne vanta una molteplice varietà, da anni lo si mormora, ma adesso la consapevolezza diventa addirittura un documento aperto grazie alla Commissione cultura dell’ordine dei giornalisti della Campania.
Nel bellissimo auditorium che si espande nel braccio nuovo del museo archeologico nazionale di Napoli ha debuttato stamattina, presentata dal presidente della Commissione Francesco Bellofatto e introdotta dal vertice dell’ordine dei giornalisti, Ottavio Lucarelli.
Una scelta non casuale, far nascere l’iniziativa al Mann: il museo, diretto da Paolo Giulierini, in collegamento online attraverso il grande schermo dello spazio dove si è svolto l’incontro, è ormai da anni in sintonia con il territorio, aperto ai suoi umori e alle sue esigenze, interessato a creare rete e collegamenti sul filo della bellezza e della conoscenza che tengano conto anche delle ragioni di chi ha perso le battaglie della storia e del potere.
E non è nemmeno un caso che al dibattito coordinato dalla responsabile museale dell’ufficio stampa, Antonella Carlo ci fosse, in rappresentanza della direttrice del’archivio di Stato Candida Carrino (assente giustificata) la sua vice, Fortunata Manzi, a confermare quanto sia importante la comunicazione della cultura anche attraverso i social affinché un contenitore importante di storie come l’archivio di Stato possa narrare le sue verità con piglio moderno tale da coinvolgere un pubblico ampio e non solo addetti ai lavori. Come, per esempio, può farlo un ‘antica ricetta della pastiera concepita in un antico monastero, postata su facebook con l’augurio di Buona Pasqua, accompagnata dall’immagine del tradizionale dolce napoletano.
E la diffusione della conoscenza accomuna anche i giornalisti ai bibliotecari: lo ha segnalato nel suo messaggio di saluto giunto al tavolo del confronto la nuova direttrice della Biblioteca nazionale di Napoli, Maria Iannotti.
La conoscenza, parola chiave da cui si sviluppa la carta: i giornalisti che divulgano la cultura devono farlo con linguaggio semplice e chiaro accessibile, accertando il rigore delle fonti e indagando possibilità e risvolti economici delle iniziative culturali, integrando aspetti sociali della comunità, diventando costruttori di pace, solidarietà, punti di riferimento delle realtà straniere sul territorio, organizzatori di dibattito e divulgatori di pensiero libero. Una carta che non esclude suggerimenti e indicazioni. Che confluirà tra fine ottobre e inizio novembre in un festival dove protagonista sarà la conoscenza, ovvero la cultura come opera aperta.



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