Da sempre i diritti umani hanno costituito un’aspirazione universale profonda, perch essi affermano, al di l  di tutte le frontiere, l’ innata dignit  di tutti i membri della famiglia umana. Anche se il cammino per giungere a un’equa soluzione dei complessi problemi dei popoli è ancora irto di difficolt , estraniarsi dalle realt  delle diversit  significa precludersi la possibilit  che ogni cultura abbia qualcosa da insegnare, se si superano atteggiamenti di pregiudizio e diffidenza profondamente radicati. Con l’intento di favorire scenari di sempre maggiore integrazione, il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, giunto alla VI edizione, continua la sua mission facendo leva sullo spirito di gruppo, il valore della testimonianza attraverso la forza dirompente delle immagini dal vero.
Una kermesse che non vende biglietti, ma si autofinanzia per raccontare di gente che resiste alle più elementari violazione della civile convivenza. «Non ci avrei scommesso molto data la difficolt  del momento, la congiuntura delle festivit  natalizie, la necessit  di spostare in avanti di quasi un mese la manifestazione per la concorrenza di altri eventi, spiega Maurizio Del Bufalo, coordinatore della rassegna. I diritti umani non sono una materia per la massa, ma grazie alla disponibilit  di sale al centro, facilmente raggiungibili , alla delicatezza dei temi trattati e all’impatto con l’opinione pubblica che comincia a sensibilizzarsi sempre di più a questi problemi, abbiamo riscontrato un aumento considerevole del nostro pubblico e, particolarmente in quei giorni in cui credevano che la materia trattata potesse creare problemi di eccessiva specializzazione, questo pericolo è stato sconfessato».
Ad aprire la cerimonia di chiusura, che si è svolta all’Istituto Francese di Napoli, il console Christian Thimonier, accolto da Maurizio Del Bufalo e Sabrina Innocenti, responsabile delle sezioni “Scuola” e “Sguardi di genere”. ” Abbiamo ancora molto da fare – ha detto Thimonier- a gennaio presenteremo il libro ” Ali bruciate. I bambini di Scampia” di Davide Cerullo, e continueremo il rapporto con le scuole”
. Nel corso della serata sono stati proiettati gli appunti per il documentario “Ni un pibe menos” di Antonio Manco che ha girato in uno dei quartieri più poveri di Buenos Aires, Zavaleta, dove la guerra dei narcotrafficanti lascia sull’asfalto molte vittime innocenti, soprattutto bambini. Tra questi, Kevin Molina la cui storia è saltata agli onori della cronaca grazie agli attivisti della redazione “La Poderosa” che pubblica la rivista “La Garganta”.
A seguire un altro prodotto del festival, il documentario “Terrapromessa” di Mario Leombruno e Luca Romano sulla vita nel campo Rom di Masseria del Pozzo a Giugliano, a ridosso della discarica, tra le esalazioni dei rifiuti tossici. Per la sezione “Human Rights Doc” la giuria composta da Maurizio Braucci, Ascenzio Lavagnini e Barbara Rossi Prudente ha premiato come miglior documentario il film ANIJA- LA NAVE di Roland Sejko (Italia 80′). I giurati, inoltre, hanno attribuito una Menzione speciale al fil DELL’ARTE DELLA GUERRA di Luca Bellino e Silvia Luzi (Italia- 85′).
Per la sezione “Human Rights Short” la giuria formata da Turi Finocchiaro, Enny Mazzella e Gianluca Solere ha premiato come miglior cortometraggio il film MORE THAN TWO HOURS di Ali Asgari ( Iran- 15′). Menzione speciale al film LA MIRADA PERDIDA di Damian Diobisio (Argentina -11′). Menzione speciale Vittorio Arrigoni- Juliano Mer Khams all’opera PER ULISSE di Giovanni Cioni (Italia 90′). La giuria Giovani ha premiato IN UTERO SREBRENICA di Giuseppe Carrieri (Italia/Fancia 2013 52′).
Una menzione speciale è stata, infine, attribuita dagli studenti del Liceo “Suger St. Denis” di Parigi, del Liceo “Elsa Morante” e dell’ITIS “Galileo Ferraris” di Scampia (Napoli) al film NGUTU di Felipi Del Olmo e Daniel Valledor (Spagna 2012 5′).

In foto, Maurizio Del Bufalo alla manifestazione finale dell’edizione 2013

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