La sala della Meridiana del Museo Archeologico di Napoli ospita fino al 18 gennaio 2010 l’installazione di Giulio Paolini “L’ora x, N prima n dopo” a cura di Anna Mattirolo.

La scelta di operare un allestimento “straordinario”, ossia fuori dagli schemi per un attrattore culturale che raccoglie e mostra il tempo cristallizzatosi in immagini e memoria dopo l’eruzione del 79 d.C., conferma un’attrazione costante dell’artista verso l’antico, illustre termine di paragone presente in tutta la sua produzione, a volte come sottesa di citazione, altre come richiamo diretto all’originale.

In particolare, la splendida Sala della Meridiana, immensa sede dell’ Atlante Farnese copia romana di un originale ellenistico del II sec. d.C., rafforza all’ennesima potenza il concetto alla base dell’espressivit  paoliniana: il tempo

Immersi nella penombra, appaiono come una sorta di “teatro dell’opera” quattro lavori recenti, in parte rielaborati per l’occasione: Tre per tre (Ognuno è l’altro o nessuno) in cui tre soggetti, (l’autore, il soggetto, l’osservatore) apparentemente uguali nell’aspetto raccontano tre momenti diversi, ma intercambiabili nella realizzazione di un’opera d’arte ( l’origine dell’opera, il suo pretesto, la fruizione); Alfa (Un autore senza nome); Omega (Il corpo dell’opera) e Capogiro (Lo sguardo dello spettatore). Altre otto opere sono invece chiamate in scena come “comparse”, in forma di proiezioni a ciclo continuo su lastre trasparenti distribuite tra i lavori esposti. Complessivamente, le dodici opere scandiscono altrettanti momenti all’interno di un hortus clausus: dodici come le ore dell’orologio, le opere “annunciano simbolicamente il loro avvicendarsi nel flusso del Tempo” (Paolini).

L’ora x rappresenta il momento, indeterminabile a priori, della rivelazione, in cui l’ idea si palesa all’artista, strumento della sua messinscena e autore di un’opera in realt  segnata da una predestinazione storica.

Le opere di Paolini si presentano come un circuito chiuso, inserito nello spazio e nel tempo, ma separato rispetto alla realt  circostante. Non vi è comunicazione tra arte e societ , secondo il maestro di adozione torinese, che reagisce con forza ad una tendenza maggioritaria che le vuole legate a doppio filo. L’installazione realizzata al Museo Archeologico si racconta come una stella fissa e separata dal contesto e si offre come panacea al nostro sguardo perennemente rivolto al suolo, all’aspetto materiale e terreno dell’esistenza.

Nella foto, un’opera dell’autore

LA NOTIZIA I QUADERNI DI CICO

Due libri uniti dal forte radicamento sul territorio. Domani (venerd 18 dicembre, ore 18.30) nella sede dell’Open Center di Pozzuoli, via Celio Rufo 20, la cooperativa sociale “Citt  dell’Essere Onlus” presenta il romanzo “All’Ombra della Grande Fabbrica” di Gennaro Morra (Cicorivolta editore). Un racconto corale di grande forza e intensit  che narra un pezzo nevralgico della storia di Napoli e di tutto il Meridione. L’Italsider chiude i battenti e il racconto parte proprio da quel giorno… per delineare l’intreccio di vite al bivio ma anche la lenta ma inesorabile agonia del capoluogo partenopeo. Autopsia di un delitto ai danni dell’ambiente fisico e sociale.
Segue la presentazione del volume di Antonio Menna, “Baciami molto” (Cicorivolta edizioni).

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