Alla Galleria Andrea Nuovo, in via Monte di Dio, prosegue l’esposizione “Tana, Think About Natural Action” e sabato scorso è stata omaggiata l’artista Marisa Albanese, scomparsa a 74 anni dopo lunga malattia, con la proiezione del video “Prestami la tua voce” (foto) realizzato dalla stessa artista durante un workshop coordinato dal Tana al Museo Madre.
Marisa Albanese condivideva e supportava la mission e l’etica del progetto Tana, prese parte alla residenza creativa e donò l’opera “Volume Natura” per la raccolta fondi, che oggi troviamo in esposizione per gentile concessione di chi l’ha recentemente acquistata.
La proiezione del video, in loop per tutta la giornata, mostra volti e voci di stranieri e immigrati che esprimono i propri pensieri sui rapporti umani e le difficoltà del loro percorso di vita. E se non riescono a dirli, c’è chi li leggerà per loro, magari in un’altra lingua, da un paese diverso, il contenuto e il senso non cambieranno.


Sguardi intensi e sempre attoniti, toni rammaricati e sofferti, pensieri umani come quelli che avremmo tutti se lasciassimo casa, famiglia e patria per cause di forza maggiore. Albanese ha raccolto queste testimonianze a partire da Lampedusa, affrontando situazioni che non le permisero uno svolgimento facile ma bensì ai limiti dell’incognito e dell’illegale. Nelle sue intenzioni c’era tutta l’urgenza di dare voce a quello che è sempre additato come “l’altro” ma che altri non è che un uomo, una donna, una madre, un figlio, potremmo essere tranquillamente noi.
Alle 18 è stata presentata anche l’installazione “Una delle storie” che fu realizzata site-specific presso il Tana e le testimonianze delle associazioni che hanno partecipato al workshop “Altre storie”.
Chi era Marisa Albanese. Viveva tra Napoli e Milano e ha seguito il suo percorso artistico tra scultura, installazione e video occupandosi di tematiche socio-politiche, antropogeografia, nomadismo e viaggi interiori. Spesso si serviva anche del disegno legato al momento del viaggio fisico, per mettere su carta emozioni e pensieri durante gli spostamenti.
Al Museo Madre è conservata l’opera “Via Settembrini” (2012-2014) che consiste in un’installazione composta da video e maquette in cui si ricostruisce meticolosamente la planimetria del quartiere San Lorenzo, in cui sorge il Museo stesso. Un lavoro sull’attraversamento della stratificazione di Napoli, la fragilità del materiale cartaceo e la sua volatilità rendono bene l’idea di una storia antica ma in divenire, come un quella di un edificio museale contemporaneo perfettamente inserito nel tessuto urbanistico come struttura fisica e con cui dovrebbe dialogare quotidianamente.
Il Tana ci aspetta alla Galleria Andrea Nuovo ancora fino al 25 febbraio e poi potremmo continuare a seguire l’evoluzione del progetto sui social e sulla piattaforma di crowfunding:
www.earthdays.it/artisti-per-il-tana/
www.produzionidalbasso.com/project/sostieni-tana-terranova-arte-natura/

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