Da parte loro nessuna domanda imbarazzante. Dal 29 al 31 marzo , al teatro Galleria Toledo,  la compagnia E/Fanny & Alexander che, in coproduzione con Ateliersi, propone al pubblico napoletano   un progetto incentrato sull’opera letteraria di Elena Ferrante, pseudonimo per l’autrice anonima di una notissima quadrilogia di romanzi, già divenuta caso letterario di risonanza mondiale.
Chiara Lagani e Luigi De Angelis firmano  uno studio su L’amica geniale, primo volume della saga che racconta l’infanzia e la crescita delle due piccole protagoniste, Lila e Lenù. Il lavoro – interpretato rigorosamente da Chiara Lagani con Fiorenza Menni (foto) – ricerca tra le righe del romanzo gli elementi dell’identità femminile, qui rappresentata sia dalle giovanissime protagoniste che dalle loro stesse bambole. Quale identità, dunque? La bambola come simulacro della figura femminile, giocattolo che accoglie passivamente su di sé le aspettative e le istanze della società umana. 

Nel primo dei quattro romanzi del ciclo L’amica geniale di Elena Ferrante, due bambine gettano per reciproca sfida le loro bambole nelle profondità di uno scantinato nero. Quando vanno a cercarle, le bambole non ci sono più. Convinte che Don Achille, l’orco della loro infanzia, le abbia rubate, un giorno trovano il coraggio di andare a reclamarle. Le due attrici, in questa lettura, si fanno fisicamente attraversare dal testo di Elena Ferrante, la storia è “detta” dai loro corpi e lascerà su di loro un’impronta indelebile.
Storia di due bambole, fotoromanzo animato. Qui ci sono solo due bambole. Sono forse le due bambole perdute? Nello spazio scuro e altamente simbolico in cui sono state abbandonate, le due figure si muovono e raccontano, quasi senza parole, la loro storia. Che eventi si consumano nel recesso misterioso e non scritto (della storia, del romanzo) che le ha prima accolte e poi fatte scomparire? Quelle bambole non hanno voce per rispondere a questa domanda, ma nemmeno per farne di nuove.
I testi della prima parte sono tratti da L’amica geniale di Elena Ferrante. Quelli della seconda parte portano la firma di Chiara Lagani (liberamente ispirati a Lyman Frank Baum, Toti Scialoja, Wislawa Szymborska.

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