un filo sottile quello che unisce Napoli alla Spagna. Un filo sottile ma molto resistente, che è padre di quello che lega la nazione iberica con l’Italia stessa. Un filo simbolo di un legame culturale e storico, che ha radici lontane nel tempo e che passa dal dominio spagnolo nel meridione fino ad arrivare ai grandi artisti spagnoli che hanno visto nella nostra penisola un’ispirazione, Pablo Neruda, tanto per citarne uno. Un legame quindi profondo, che si tinge di tinte ancora più forti se si va a prendere quel piccolo frammento di storia, quel piccolo, ma grandissimo spezzone di tela che va dal 1936 al 1939, che è la guerra civile spagnola, combattuta fra i nacionales (nazionalisti anti-marxisti) e i republicanos (sostenitori della repubblica spagnola) e la cui fine diede il via alla dittatura del “Gaudillo”, Francisco Franco. Un conflitto che ha dimensione internazionale e che è stato un vero e proprio “laboratorio” di una tragedia più vasta, quella che ha poi coinvolto l’Europa intera e che trascinò tutto il mondo in quella follia che è stata la seconda guerra mondiale.

Il 50 anniversario della morte di Giuseppe Di Vittorio è stata l’occasione per ricordare questo legame storico che unisce l’Italia e la Spagna. La “Fondazione Di Vittorio”, le “Comisiones Obreras” della Catalogna e la Cgil della Campania hanno promosso un lavoro di approfondimento sulla partecipazione di Di Vittorio alla guerra civile spagnola e i risultati di questa ricerca sono stati resi pubblici gioved 25 febbraio, all’Istituto Cervantes in via Nazario Sauro, Napoli, durante la presentazione del libro “Spagna 1936. Giuseppe Di Vittorio e la lotta internazionale per la democrazia”, a cura di Gloria Chianese e Javier Tèbar Hurtado, in cui, alla presenza del direttore dell’Istituto, Quirante Rives, i professori Aurelio Musi e Luigi Mascilli Migliorini, il direttore della fondazione Di Vittorio, Adolfo Pepe e Gloria Chianese hanno illustrato e commentato la ricca documentazione giornalistica, archivistica ed iconografica contenuta nel libro. Esule antifascista in Spagna, Di Vittorio accorse in difesa della repubblica spagnola assumendo il ruolo di commissario politico delle Brigate Internazionali. La sua partecipazione al conflitto è limitata nel tempo, ma assume un significato di grande rilievo perch è emblematica della profonda influenza che la guerra civile eserciter  sul processo di maturazione dell’antifascismo italiano.

Legame storico, ma anche culturale dicevamo e sulla forza di quest’ultimo il direttore del Cervantes, Quirante Rives, tra i mille impegni, ha trovato il tempo di rispondere a qualche domanda.

Napoli e Spagna, un legame forte che parte da lontano.
“Chiaro, è un legame storico che viene da lontano, quasi tre secoli di storia condivisa e oggi per esempio il Cervantes è un istituzione che diffonde la cultura spagnola all’estero e ha voluto una sede significativa in questa citt  per dimostrare quanto sia attuale questo rapporto. Quindi non si parla solo di passato, ma soprattutto di presente e pensiamo che per il mare che condividiamo, per il fatto di essere due grandi centri del mediterraneo, e per le tante altre cose in comune, Napoli rappresenta un centro di grande importanza per la Spagna”.

E non è un caso che il Maggio dei Monumenti quest’anno sar  incentrato proprio sull’influenza Spagnola. Qual è la posizione del Cervantes in vista di quest’evento.
“Noi siamo stati molto contenti di aver fatto arrivare al comune di Napoli questa richiesta perch riteniamo che il patrimonio culturale e artistico che c’è a Napoli, legato a questi tre secoli di storia condivisa tra Napoli e la Spagna, meritavano di essere rivalutati. E con questa ottica abbiamo fatto al Comune questa proposta che è stata ben accolta e dunque noi faremo del nostro meglio per collaborare: segnalare itinerari e coinvolgerci in tutto quello che è la definizione e la catalogazione del patrimonio vincolato alla storia comune con la Spagna”.

Nella foto in alto, Quirante Rives, direttore del Cervantes di Napoli. In basso, un momento della conferenza

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