Si chiama Gambrinus, il gelato alla birra appena nato nello storico Caffè partenopeo di piazza Trieste e Trento che ha da poco compiuto 160 anni.
Un gusto che sa di tradizione: servito su cono e in coppetta (con l’aggiunta di panna e sbriciolata di frolla salata, foto) oppure in monoporzioni – semifreddi da portare anche a casa – con alla base sempre la sbriciolata di frolla salata e poi lo strato di gelato alla birra e quello di panna, il tutto preparato dal team guidato dal pasticciere Stefano Avellano.
Un nuovo battesimo di dolcezza all’insegna del passato. Il celebre locale, da cui prende il nome il gelato, fu chiamato Gambrinus per fondere nell’immaginario collettivo le due più famose bevande d’Europa: la birra, nordica, bionda e fredda e il caffè scuro, bollente, piacere tipicamente napoletano.
Ma l’estate 2020 propone anche il ritorno alla semplicità con un tuffo nel tempo che fu. Nel banco gelateria e nelle vetrine refrigerate, tra gli affreschi dell’Ottocento e le volte dipinte c’è sempre il gusto violetta dedicato alla principessa Sissi assieme alle creazioni che spopolavano negli anni Sessanta e Settanta come gli spumoni, lo zuccotto o la coviglia, tanto amata dalla scrittrice Matilde Serao (frequentatrice del Gambrinus citato nel suo romanzo il Paese di Cuccagna).
Del gelato alla violetta che il Gran Caffè Gambrinus ha offerto per la prima volta sul finire dell’Ottocento alla principessa d’Austria si rincorrono storie tramandate da generazioni, condite di minuziosi particolari che riportano al tempo che fu.
E ancora oggi nella bella vetrina del Caffè è possibile trovare il gusto delicato che conquistò la splendida imperatrice d’Austria quando approdò sotto il Vesuvio con il suo yacht l’11 novembre 1890.
Dopo aver comprato dagli artigiani pezzi in corallo, tartaruga, porcellane, argenti, pastori, gustò il gelato alla violetta, dal colore tenue e dal sapore intenso a base di latte, panna e liquori aromatici.
Spiegano i titolari, i fratelli Antonio e Arturo Sergio con Massimiliano Rosati: «Sissi fu attratta come tanti letterati e artisti del periodo dall’atmosfera della belle epoque che emanava il locale, dagli arredi così importanti, dai velluti e dalle luci voluti dall’imprenditore Mariano Vacca che aveva aperto il Gambrinus ispirandosi al caffè Vacca presente in villa Comunale a Napoli, ammirò i dipinti dei pittori dell’Ottocento a cui in seguito se ne sarebbero aggiunti tanti altri e ovviamente gustò la sua coppa di gelato. Per ricordare quella visita continuiamo a preparare il gelato alla violetta accanto ai nuovi gusti e abbiamo pensato anche quest’anno di riproporre i gelati di una volta visto che c’è bisogno di riassaporare la semplicità di ingredienti genuini. Credo che zuccotto, coviglia e spumone, per citarne alcuni, saranno intramontabili semifreddi molto richiesti quest’estate».

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