Il Ciliegio edizioni/ Il viandante Pellegrino contro il drago Mangione: una leggenda palermitana senza tempo

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Il filosofo Aziz vuole liberare la città dal drago Mangione e in suo aiuto arriva il viandante Pellegrino. Il racconto si ispira a una leggenda siciliana che narra come è nato il nome del monte situato ai piedi di Palermo. Età di lettura: da 6 anni.
Il personaggio cardine del libro è apparentemente Aziz. La sua figura detiene in qualche maniera il monopolio visivo delle vicende. Attraverso gli occhi e il sentore di Aziz, infatti, è possibile scorgere eventi, personaggi alternativi e vicende ad alta tensione. Il suo carattere, tuttavia, appare piuttosto mite, e il suo essere “filosofo” sembra riflettersi in ogni sua azione. Tuttavia, nonostante la pacatezza della sua indole, è sempre in cerca di una risoluzione al male del suo popolo.
La storia, indirizzata per lo più “al piccolo pubblico”, infatti, presenta una cara leggenda palermitana, posto da cui proviene fieramente l’autrice. L’elemento leggenda, quindi, diventa un espediente molto forte, e fa del libro della Taormina il racconto di una storia senza tempo, in un mondo dove un cattivo drago minaccia gli abitanti del posto. Non è quindi difficile riconoscere i temi della leggenda.
A differenza del mito, quest’ultima, infatti unisce realtà a immaginazione, in una storia che si tramanda da voce in voce, in un folklore che diventa quasi caldo alla vista. Così come rimarca la traduzione dal latino, il termine leggenda grida a gran voce il suo significato, ovvero “storie che si devono leggere”, perché degne di essere lette.
La storia di Taormina è quindi legata in qualche maniera a Palermo, a una comunità ristretta. Vuole sbalordire, incantare, stupire, talvolta persino spaventare. Nello specifico, la storia di Taormina, intende dare una spiegazione a un fatto, ovvero al nome di un monte palermitano. Il testo si innesca in maniera perfetta, in uno spazio dove la storia e la scienza si arrestano, utilizzando l’espediente fantasy, presentandosi ai più piccoli in una veste certamente accattivante.
Sono molti i personaggi che si avvicendano nel libro Pellegrino e il drago. Ognuno di essi apporta alla storia elementi diversi, ma tutti sembrano essere accomunati da un denominatore: la disfatta dinanzi al drago Mangione. Nella lotta contro la perfidia del drago, si scambiano di posto infatti, i due cavalieri Tizio e Caio, il gigante Polliffendolo, e per ultimo il vecchio Pellegrino.
Il testo di Taormina ha un forte valore sociale, nel libro infatti vi è un chiaro messaggio: “Mai giudicare un libro dalla copertina”, anche se quest’ultima ha le scaglie, i denti aguzzi e sputa fuoco. Un testo dove è ben facile comprendere che essere diversi nel mondo, qualunque esso sia, non è semplice, e che solo attraverso la parola, la conoscenza e la comprensione, la pace può finalmente approdare. (Miriana Kuntz)
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Pellegrino e il drago

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