Nik Stupore (…. e i tre nodi del marinaio). E’ un giallo diverso da altri, avvincente, divertente come un gioco, con descrizioni psicologiche dei tanti protagonisti. Scritto da Bruno Pezzella che lo presenta domani alle 18 alla libreria napoletana Iocisto, (al Vomero nei pressi della funicolare dell’Augusteo) con Armida Parisi , Antonio Filippetti e Gino Grossi, il libro (pubblicato dall’editore Rogiosi, pp.256, euro 14) schiera poliziotti, commissari, postini, donne delle pulizie, segretarie, dirigenti di istituzioni e di societ , guardie notturne, ecc. Poco sangue “una puntina bruciata, poco più di un foruncolo spremuto male sulla testa”, oppure “un piccolo cratere bordeaux o una marmellata di prugna essiccata sulla tempia.”

Nik in realt  si chiama Nicola Tropeus
che anagrammando lo ha cambiato in Stupore. Infatti stupisce come artista informatico di giochi elettronici disegnando bozzetti dei personaggi e le ambientazioni delle storie, ideando visioni fulminanti e fugaci, avventure paurose per una multinazionale. La sua passione è un fuoristrada in cui passa il tempo libero intervallo tra mondo immaginario e realt  vissuta spesso di notte. Amante delle donne che “con gli occhi le percorre come uno scanner”. S’innamora di Arianna bella giovane “dea selvaggia” come Valentina, il disegno sensuale di Giudo Crepax che si era ispirato a Louse Brooks, attrice degli anni venti “labbra trasparenti, gambe, sedere alto e dispettoso”. Un disegno su carta si può incontrare. “Avevo la fortuna di piacere alle donne. Fanno la fila per entrare nel mio letto. Sono abituato alle donne che prendono l’iniziativa, anzi devo dire che mi piace”.

Altro personaggio che anima la dinamicit  del romanzo è un serial killer turista che uccide tanti nel buio della notte in alcune citt  facendo impazzire ispettori e poliziotti.
Sono vittime che non hanno nulla in comune, nessun precedente penale, nessun motivo per essere uccisi con un solo colpo alla tempia con la stessa pistola. Nasce agli inquirenti l’idea che sia uno strano individuo che uccide per gioco per provare emozioni. Errori di valutazione, fretta di chiudere le indagini, foto di morti diversi, a Perugia fanno cadere i sospetti su Nik. Sospetti che non aiutano a risolvere il caso.
“E’ una persona sana di mente, normale, colto, invitato come relatore ai congressi, a differenza di altri dopo il blablabla vanno a divertirsi e a cercare donne, lui se ne sta in albergo e nessuno lo vede più”. Al commissario Coletti, di origine napoletana, non convince un Nik killer “me pare proprio na strunzata”. Sorge, però, il dubbio che non si può capire cosa avviene nella testa anche di un normale. “A Napoli dicono più o meno, “a capa è na sfoglia e cipolla”. A conferma dell’innocenza di Nik c’è una grande risata della sua segretaria amante a Coletti e al suo collaboratore “Chi? Nik? Ci avete mai parlato? E’uno che sta sempre con la testa da un’altra parte, sempre distratto. E’
l’antitesi del delinquente. Sembra uno svagato”.
Nik, laureato in ingegneria elettronica e filosofia, “fa quei trastulli che servono a congelare il cervello di milioni di cretinetti in tutto il mondo”. Pezzella, docente universitario, giornalista, autore di altri libri, coglie l’occasione per invitare giovani e adulti a non farsi invadere la mente dal virus maligno del videogioco.
Un gioco deve rimanere solo gioco e la sua realt  virtuale non va vissuta nella realt  vera.
Un aforisma di Oscar Wilde “ogni arte è immorale” viene interpretato per creare nel prossimo futuro “homo game” un mostro privo di ideali, di senso morale, di coscienza, un uomo ludico che gioca con video in cui si prova insano piacere ad uccidere uomini irreali. L’autore schizza i personaggi attraverso dialoghi sintetici, veloci, ironici che rendono la lettura coinvolgente e divertente pur facendo riflettere sulla immoralit  dei nostri giorni.

Bruno immagina Nik inventore di un nuovo gioco, “i tre nodi del marinaio”,
in cui non ci sono personaggi, pistole, automobili, eliminazioni, cose cos, ricordando una credenza di et  medioevale che consigliava prima di imbarcarsi di avere una fune con tre nodi che aiutava a procurare tre tipi di vento sciogliendo uno dei nodi. Il vento è simbolo di vita.

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