Il Museo del Mare di Napoli, un antico patrimonio culturale che non tutti conoscono. Un piccolo scrigno che custodisce e valorizza un grande tesoro della nostra storia ma che, faticosamente salvaguardato, continua a essere sottovalutato. A difendere dall’oblio questo importante luogo della memoria, unica realtà museale nautica in una città marinara di antichissime tradizioni come Napoli, c’è il professore Antonio Mussari, direttore appassionato e autore del volume “Il patrimonio culturale del Museo del Mare di Napoli” (Esa edizioni). 267 pagine che offrono un assaggio di quello che c’è nel museo: non solo materiale scientifico legato alla navigazione, ma tutto ciò che racconta la vita sul mare e l’atmosfera.
Presentato al Blu di Prussia (via Filangieri, 42 – Napoli) e realizzato con il patrocinio della Regione Campania, in collaborazione con la fondazione Thetys – Museo del Mare, il libro, è un ulteriore impegno per far conoscere un’eccellenza del territorio partenopeo nel campo marittimo e richiamare l’attenzione di visitatori. Ampiamente corredato da fotografie degli esemplari originali, in parte scattate dallo stesso Mussari, racconta una realtà che da anni combatte per sopravvivere e ottenere un sostegno concreto sul territorio.
Di questo si è parlato nello spazio multiculturale della famiglia Mannajoulo con il fondatore del museo, Antonio Mussari, la dirigente scolastica dell’Istituto Nautico, Laura Elvira Romano, Raffaella Salvemini, primo ricercatore ISSM CNR Napoli, Claudio Pensa, docente di ingegneria navale dell’università Federico II e Tonino Troiano, docente di navigazione del Nautico, coordinati dalla giornalista Eleonora Puntillo, alla presenza di Daniela Villani, delegata dal sindaco De Magistris ai problemi del mare.

Nelle foto, in alto, un modello di nave cantile in esposizione al Museo del Mare di Bagnoli; al centro, alcuni momenti della presentazione del libro di Antonio Mussari al Blu di Prussia con la giornalista Eleonora Puntillo, la dirigente dell’Istituto Nautico Laura Elvira Romano e il direttore del museo\ilmondodisuk.com
Nella foto, in alto, un modello di nave cantile in esposizione al Museo del Mare di Bagnoli; al centro, un momento della presentazione del libro di Antonio Mussari al Blu di Prussia

Affacciato sul golfo di Pozzuoli e sui Campi Flegrei, il museo tramanda, tra molte difficoltà, un grande patrimonio per ricordare che la nostra storia è fatta di viaggi, migrazioni, scoperte, invenzioni, che si possono scoprire visitando le sei sale che accolgono i visitatori all’interno dell’Istituto Nautico Duca degli Abruzzi di Bagnoli (via di Pozzuoli, 5), che lo ospita. 800 metri quadrati tutti dedicati al Museo del Mare.
Il nucleo iniziale risale al 1904, quando lo storico istituto ottenne l’autonomia scolastica e la sede in via Tarsia. L’eccellenza del suo patrimonio già contava l’eredità del Collegio di San Giuseppe a Chiaia e della Scuola dei Pilotini, meritando la medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Bruxelles del 1910 e di Genova nel 1914. Con il sisma del 1980 e il trasferimento dell’istituto a Bagnoli, il patrimonio di quello che è diventato un vero e proprio museo, rischiò di essere perso o distrutto.
Mussari ha dato un contributo decisivo alla sua sistemazione e messa in sicurezza in appositi spazi. «Tutto è iniziato nel ’92 – racconta il professore. Volevo salvaguardare dalla progressiva incuria un patrimonio che sapevo essere importante e di grande valore. Allora insegnavo fisica al Nautico. Poco alla volta ho raccolto il materiale collocato negli ambienti della scuola e l’ho spostato nel piano ammezzato. In occasione delle olimpiadi ho organizzato la prima mostra e nel ’94 il museo ha aperto le porte al territorio. Ho fatto costruire bacheche, ho studiato scienza della navigazione, museografia. Quando nel ’97 ho dovuto smettere di insegnare, il museo è diventato la mia ragione di vita. Il libro vuole affermare una presenza importante, da sostenere, mettere in rete e valorizzare. Mi auguro che questa iniziativa serva a far crescere l’interesse nei suoi confronti».
Riconosciuto museo di valore scientifico e tecnico dal Ministero del Turismo e dello Spettacolo nel 1992, inserito nella Guida dei Musei Navali, iscritto all’Associazione dei Musei del Mare del Bacino del Mediterraneo e, finalmente, riconosciuto anche dalla Regione Campania, nel 2007, come museo di interesse regionale, «il Museo del Mare di Napoli ancora oggi viene misconosciuto, anzi ne viene negata, offensivamente, perfino l’esistenza – denuncia Mussari. Eppure, grazie all’aiuto dei volontari, il museo ha accolto, nel 2007, circa 13mila visitatori. Numeri che andrebbero sicuramente a crescere se ci fosse una adeguata riflessione culturale».
Oggi il museo, sotto la direzione di Mussari, la collaborazione dell’associazione Amici del Museo del Mare, di cui è presidente, e dell’Istituto Nautico Duca degli Abruzzi, continua la sua attività di recupero, restauro e divulgazione. Negli anni ha ospitato e organizzato convegni, mostre. Tra le principali iniziative, il Progetto Memoria, con l’acquisizione di un archivio fotografico che ha permesso di ricostruire un piccolo segmento dimenticato della storia di Napoli.
Un legame indissolubile quello del museo con l’istituto che ha visto gli allievi del Nautico trasformarsi in guide sapientemente preparate dai docenti che hanno riassunto e stilato i testi. Vestiti di bianco e blu, per cinque anni i ragazzi hanno accolto i visitatori del museo, tra cui molte scolaresche, e quest’anno, che sono impegnati con la maturità, hanno passato il testimone ai giovani del biennio.
Con la ricchezza delle sue collezioni di grande valore storico e artistico e la pregevole raccolta di volumi, il museo costituisce una testimonianza unica dell’evoluzione della marineria napoletana degli ultimi tre secoli. Al nucleo iniziale si sono aggiunte nel corso degli anni donazioni di enti e privati che ne hanno arricchito il patrimonio e ampliato l’offerta culturale.
L’anno prossimo, il Museo del Mare sarà sede di un importante convegno internazionale, il forum annuale dell’Associazione Musei Marittimi del Mediterraneo. Ancora in fieri, un progetto di circa 40 milioni di euro, per il restyling dell’area portuale di Napoli e la realizzazione di un museo dedicato al mare e alle migrazioni da ospitare all’interno degli ex-magazzini generali. Una grande struttura costruita negli anni ’40 su progetto di Marcello Canino, in evidente stato di abbandono. Quasi 10.000 metri quadrati che ospiteranno oltre al museo attività commerciali connesse, alla stregua di quanto si è realizzato lungo il waterfront di Genova con il Galata.

Museo del Mare di Napoli
via di Pozzuoli, 5 – Bagnoli
www.museodelmaredinapoli.it

Blu di Prussia
via Filangieri, 42- Napoli
http://www.albludiprussia.com/

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