Il Covid- 19 ha fermato il mondo, le aziende, le persone, ma non è riuscito a spegnere la bellezza delle idee e dell’arte.
L’arte, in questi mesi, ci ha insegnato tante cose, oltre a riempire il vuoto, dettato da un improvviso arresto della vita quotidiana. L’arte è stata madre, sorella, compagna fedele. L’arte non si è arrestata. Molte sono state le iniziative culturali e nuove idee fiorite in questo periodo di quarantena.
La Campania da sempre è conosciuta come una regione di artisti e creativi. E i suoi abitanti, nelle loro diverse caratteristiche, conservano la fantasia e la creatività, l’arte di creare nuove cose che diventano, poi, punti di riferimento in Italia e nel mondo.
Dalla poesia alla musica, la volontà di sopravvivenza è arrivata anche al cinema. Un grido di speranza, la voglia di non fermarsi, il desiderio di comunicare alle persone in preda a crisi individuali e di fare capire alla politica che l’arte è tutto e non si può restare indifferenti.
Arte che spesso non viene compresa, tutelata, coltivata da chi ci governa. Arte che per mesi ha avuto il compito di restare e continuare a lottare per un nuovo mondo.
La forza del verso, dell’immagine, del colore su tela. L’arte è una cosa seria.
Nasce in quarantena il format #Duenessunoecentomila, l’idea è di due attrici e un regista: Gabriella Vitiello, Miriana Minichino e Marco Benincasa.
Un format cinematografico che ha avuto subito successo grazie anche al web e ai social. Il web, che  dà visibilità a nuove nuove forme artistiche, basandosi sulla logica delle condivisioni, ha offerto anche a #Duenessunoecentomila la possibilità di emergere e farsi sentire.

Un nome che rimanda a uno dei romanzi più importanti di Luigi Pirandello Uno, nessuno e centomila: in fondo, è l’immagine della maschera che ognuno di noi porta nella società – come affermava il Pirandello- simbolo anche per il Trio di una molteplicità di vite che si possono vivere e interpretare nel cinema. #Duenessunoecentomila è un format che non si pone limiti nella creatività della rappresentazione. E rappresenta anche la forza dei giovani che non si arrendono e continuare a osare, investendo nei propri sogni.
Nasce dopo le discussioni sulle conseguenze economiche del Covid. In pandemia gli operatori dello spettacolo hanno perso tantissimo, questo però non ha impedito a tre ragazzi di scommettere su nuove idee e dare vita a un progetto che in poche settimane ha avuto un discreto successo e un consenso molto forte da parte dell’opinione pubblica. Grazie a tenacia e passione.
La regola di #Duenessunoecentomila: show must go on. L’arte è vita e la vita non deve mai fermarsi, il cinema è arte, quindi il cinema è vita. E il trio punta sul contenuto: il cinema, il teatro, il mondo ci rivelano… donano vita attraverso l’arte in tutte le sue forme. Il format prevede la realizzazione di pillole cinematografiche già conosciute e che vengono metabolizzate letteralmente e ricreate in una nuova forma. E’ un po’ come provare una strada diversa per arrivare alla stessa destinazione ma con la fortuna di godersi paesaggi mai visti. Oltre a pillole già conosciute sono in programma altre totalmente inedite e originali.
Molte sono state le pillole cinematografiche interpretate in modo originale e fuori dagli schemi da Vitiello e Menichini. Tra queste, “Joker vs Split- “Tutta colpa di Freud” “La locandiera” di Goldoni. Particolarmente interessante quella dedicata a Franca Rame. Era il 9 marzo 1973 quando l’attrice fu stuprata, volevano rubarle la dignità. Ma lei non ha mai smesso di difenderla, insieme a quella di tutte le altre donne, uomini, bambini, persone che sono stati oggetto di violenza. Così Franca ha preso una penna e un foglio e ha reagito con le parole, scrivendo un monologo intitolato “Lo stupro”, dimostrando che l’ arte è sempre più forte di tutto.
Così come Franca, oggi l’arte si ribella, interpretando la voce degli altri. L’arte che si trasforma in tante cose: in  un nuovo componimento, documentario, film, corto, spettacolo teatrale. I nomi sono diversi eppure hanno tutti lo stesso comune denominatore: “resistere”. Resistere al vuoto, resistere alla banalità delle cose. Diffondendo bellezza.
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In foto, i protagonisti del progetto

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