Napoli è colonizzata dal Larus michahellis, il gabbiano reale (foto). Ad affermarlo è uno studio presentato dall’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) sulla colonizzazione dei centri urbani italiani di questo animale selvatico tutelato da direttive comunitarie, norme nazionali e convenzioni internazionali.
Il Gabbiano reale appartiene alla famiglia dei Laridi e dell’ordine Caradriformi.
La nidificazione del aabbiano reale in ambienti urbani ha avuto inizio nel XX secolo. I primi episodi sono stati riportati nel Regno Unito a partire dagli anni ’40.
A Napoli vi erano appena 14 coppie nel 1990. Nel 2013 salgono a ben 267, tra le citt  più ospitali per la nidificazione di questo animale.
La superficie abitata dal gabbiano reale interessa il Mediterraneo, le coste occidentali e meridionali del Mar Nero, le coste atlantiche di Marocco, Portogallo, Spagna e Francia. Nuclei riproduttivi sono presenti anche nell’Europa centrale. In Italia è presente tutto l’anno ed è molto comune lungo le coste, ma negli ultimi decenni ha ripreso a frequentare le aree interne, anche a grande distanza dal mare. Lo si può osservare sui campi arati, lungo i fiumi e nei laghi, accanto alle discariche.

Tuttavia contrastare un fenomeno naturale è molto difficile.
Le amministrazioni comunali sono chiamate a svolgere due tipi di azioni preventive la riduzione e la rimozione delle fonti trofiche e una costante, quanto corretta, informazione alla cittadinanza scandita nei tempi.

Il controllo delle fonti trofiche riguarda principalmente le modalit  di gestione dei rifiuti.
In ambito strettamente urbano è opportuno ridurre le occasioni di approvvigionamento. Vanno sensibilizzati quegli esercizi commerciali quali pescherie, negozi di frutta e verdura, macellerie, ristorazione, evitando di disperdere sul territorio gli scarti delle loro attivit . Si conoscono molte coppie di Gabbiano reale che hanno imparato gli orari di chiusura di pescherie o mercati rionali che si presentano puntuali a prelevare gli “avanzi” lasciati al suolo.

Oltre all’impegno dei singoli esercenti ci deve essere anche quello delle Amministrazioni comunali che devono essere sollecite nella pulizia delle aree.
Un’altra importante risorsa trofica presente in citt  è rappresentata dai cassonetti dei rifiuti solidi urbani, sebbene in molte citt , progressivamente, stiano scomparendo per fare posto a nuove e più moderne tecniche di smaltimento basate sulla raccolta differenziata, con l’organico che viene depositato solo in alcuni giorni, in contenitori chiusi e prelevato rapidamente. Un metodo, questo, sicuramente valido per ridurre le fonti di cibo ai gabbiani.
Lo studio ha messo in risalto i problemi in caso di nidificazione. Il gabbiano reale, in questo caso, può portare a vere e proprie situazioni di conflitto con i cittadini aggressioni durante il periodo di allevamento dei pulli, tentativi di predazione nei confronti di animali domestici, disturbo della quiete pubblica, sporcizia per la costruzione del nido con conseguenti otturazioni di canali di scolo e caditoie per far defluire l’acqua piovana, sono i motivi di lamentela più frequenti.

Ma i danni e i disturbi provocati da questa specie possono essere limitati con alcuni efficaci stratagemmi
il verso di allarme o di angoscia, registrato o amplificato, può funzionare come strumento di allontanamento per alcune specie (distress call); reti di protezione del tetto degli edifici o di terrazzi con reti; dissuasori meccanici consistenti in punte in materiale plastico o in acciaio inox per impedire l’appoggio del volatile su superfici usate come posatoi o per costruire nidi.
In conclusione, l’unica soluzione veramente efficace è la prevenzione. I metodi più efficaci sono non offrire cibo ai gabbiani, non rendere disponibili gli alimenti degli animali domestici, ridurre fonti trofiche alternative, proteggere piccoli animali d’affezione non esponendoli all’aperto, pazientare per il periodo della nidificazione (pochi mesi l’anno).

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