Spesso basta guardare anche per un attimo una foto che, anche se ingiallita e logorata dal tempo, d  la possibilit  di riprovare ogni più piccola sensazione impressa in quel momento, a volte persino gli odori sembrano riaffiorare è questa la magia dell’arte della fotografia.
Ed è proprio di fotografia che si tratter  l’importante incontro con un artista internazionale, Josef Koudelka, marted 2 ottobre alle 1800 al Grenoble Napoli (in via Crispi 86), in collaborazione con il Centre Jean Berard e Villa Pignatelli casa della fotografia. Il fotografo franco-ceco è a Napoli per continuare il suo lavoro fotografico sui siti archeologici greci e romani; un ricco corpus fotografico che sar  l’oggetto di una grande mostra “Vestiges” (Resti) che si terr  nell’ambito di Marsiglia-Provenza, Capitale Europea della Cultura nel 2013, alla Vieille Charitè, prestigiosa location di Marsiglia. In realizzazione da circa un decennio, è un’interessante raccolta di foto panoramiche dei siti archeologici del Mediterraneo. Sar  la prima mostra retrospettiva dell’artista su questo tema, per il quale ha viaggiato più di una dozzina di paesi, tra cui Siria, Libia e i paesi del Maghreb. Due in particolare, sul nostro territorio, le mete di ricerca del noto fotografo i siti fenici (Velia e Moio) e poi Cuma. Durante l’incontro è, inoltre, prevista la proiezione di tre delle sue serie emblematiche montate su musica Invasion, Gitans e Chaos. Ma vari e molto particolari i lavori di Koudelka anche in passato, poich l’autore ha alle spalle un vasto e ricco repertorio, cos come particolare è la sua storia.
L’INVASIONE DI PRAGA
Josef Koudelka nasce nel 1938 a Moravia in Cecoslovacchia, e inizia a fotografare giovanissimo a dodici anni, studia e diventa ingegnere aeronautico lavorando a Praga e a Bratislava, professione che poi abbandona nel 1967 per dedicarsi esclusivamente alla sua passione per la fotografia.
Iniziò la sua passione servendosi di un apparecchio 6 x 6 in bakelite che utilizzava per fotografare la famiglia e i dintorni dell’abitazione. Nel 1961 tenne la sua prima mostra di fotografie. Iniziò a ottenere commissioni da riviste di teatro, e in questo modo, con una vecchia Rolleiflex, iniziò a fotografare il dietro le quinte delle produzioni sceniche dal Teatro di Praga. Nel 1968, quando Josef è trentenne, la Cecoslovacchia sta vivendo un momento storico particolare, il riformista Alexander Dubček ha preso il potere e abolito molte delle restrizioni imposte dal blocco sovietico.
Poi una notte di agosto, appena rientrato da un viaggio in Romania dove aveva fotografato gli amici zingari, Koudelka riceve ripetute telefonate da un’amica che gli dice che le truppe russe stanno per entrare a Praga. Josef sente il rombo degli aerei in cielo, e si precipita in strada, documenta cos l’invasione sovietica di Praga con delle immagini che sono poi diventate una pietra miliare del fotogiornalismo. Con l’aiuto di Eugene Ostroff, curatore dello Smithsonian Institution e di Anna Farova, una storica della fotografia riesce a far uscire clandestinamente i rullini da Praga e a farli arrivare nelle mani di Elliott Erwitt l’agenzia Magnum Photos – a New York; le immagini fanno subito il giro del mondo riscuotendo grandi reazioni, ma per paura di possibili ripercussioni sulla sua famiglia, Josef non vuole che siano a lui accreditate, comparendo quindi ovunque come scattate da P.P. – Prague Photographer; e senza volerlo quelle immagini di quegli eventi divennero drammatici simboli internazionali.
Solo nel 1984, dopo quindici anni, quando anche suo padre muore, Koudelka prende il dovuto credito delle foto pubblicamente.
INCONTRO CON I GITANI
Intanto nel 1969 l’ignoto fotografo di Praga riceve il premio Robert Capa dell’Overseas Press Club e Magnum Photos gli offre una sovvenzione per fotografare gli zingari fuori dalla Cecoslovacchia per tre mesi.Koudelka, in realt , incontra i gitani per la prima volta da adolescente a un festival di musica folk, e da l rester  colpito dalla loro musica ed espressivit ; inizia poi a fotografare gli zingari nel 1962, quando era addirittura vietato parlarne poich il pregiudizio di allora non era diverso da quello di oggi, e prosegue fino al 1971 documentando la vita delle comunit  gitane di Boemia, Moravia, Slovacchia, Romania, Ungheria, Francia e Spagna.

Altro capitolo importante della sua vita, l’amicizia con il famoso fotografo francese Henri Cartier-Bresson.
Koudelka e il suo lavoro hanno ricevuto grande supporto e considerazione dal famoso amico. Nel 1969 Josef usc da Praga per seguire una tourne del teatro, volò a Londra e l riusc ad andare all’inaugurazione di una mostra organizzata da Cornell Capa, alla fine della serata si accodò alla comitiva dei fotografi che stavano andando a cena in un esclusivo ristorante della capitale inglese. E’ l’ultimo a entrare, ma viene fermato sulla porta perch non ha la cravatta. Gliene procurano una, ma non basta, all’uomo in divisa non piace come è vestito e lo lascia fuori. «All            6                 è« «    oè  á«sptBLlibrineBlinkBBd dBd d«BpGBB«7Be«BEBBèMODEBHlèNOèBB» OJBe
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BB»EWHEREUSINGB B B»RLIKERESETBeNULLBSHAREBSLAVErBPSIGNMIDptkoi8uBBBBRTRIMeROWS pBtxxïïxxxxxxxxxora uno dei fotografi si alzò da tavola e chiese spiegazioni, poi squadrò il cameriere all’ingresso e disse “lui è vestito meglio di te che sembri un clown, ma se lui non entra allora io me ne vado e ce ne andiamo tutti”. Si alzarono da tavola per solidariet  con me e finimmo a mangiare in una trattoria greca». Quell’uomo era proprio il futuro amico Henri Cartier-Bresson.
VAGABONDO SENZA SOSTA
Grazie all’interessamento della Magnum (E. Erwitt) presso le autorit  britanniche,pot ottenere un visto per lavoro di tre mesi con cui volò nel 1970 in Inghilterra, dove fece richiesta di asilo politico. Da qui seguiranno diciassette anni di "vagabondaggio", senza fissa dimora, armato della sua fotocamera e poco altro, poi nel 1987 riceve la cittadinanza francese e da allora vive fra la Francia e Praga, dove è potuto ritornare solo nel 1991. Nel 1971 entrò nell’agenzia fotografica Magnum Photos, di cui oggi è membro. Nomade nel cuore, continuò a vagare per l’Europa . Negli anni settanta e ottanta, Koudelka prosegu il suo lavoro grazie al sostegno di numerosissimi riconoscimenti e premi, continuando ad esporre e pubblicare importanti progetti come Gypsies (1975), Exiles (1988), il suo primo e secondo libro. Dal 1986 ha lavorato con una fotocamera panoramica e una selezione delle foto ottenute è stata pubblicata nel libro Chaos, del 1999. Koudelka ha pubblicato oltre una dozzina di libri di sue fotografie.
Nella sua carriera, è stato ammirato per la capacit  di catturare la presenza dello spirito umano sullo sfondo di paesaggi malinconici. Desolazione, abbandono, partenza, disperazione e alienazione, sono temi costanti nel suo lavoro.
I suoi lavori più recenti,invece, focalizzano l’interesse sul paesaggio vuoto della presenza dell’uomo.
La fotografia dunque per trasmettere emozioni, sensazioni, stili di vita, e stati; e Koudelka riesce, cos, nella sua carriera a catturare il momento, storico o di vita, e esprimere il sentimento nei confronti di ciò che viene fotografato.

Per saperne di più
napoli@institutfrancais.it
www.institutfrancais-napoli.com

Nelle foto, Koudelka e un suo celebre scatto

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