"IL servo di Byron" . Regia, progetto, allestimento e interpretazione di Roberto Azzurro, messo in scena al Teatro Il Primo.
Suggestivo inizio, sala buia, la voce di Azzurro, nei panni di Fletcher, fedele compagno e scudiero di Lord Byron. La calda voce echeggia, accompagnata dal suono di un campanellino, poi la scena si illumina, tavolo, sedia, un leggio.
“Al bando qualsiasi tipo di effetto speciale scenografie, costumi e tutto l’apparato tecnologico, la scrittura sale sul palco, Ho immaginato di mettere in piedi le parole. Su un libro le parole sono orizzontali, recitarle significa metterle in verticale". Il Servo di Byron è tratto dal romanzo di Franco Buffoni.
L ‘autore ci svela definitivamente l’uomo Byron, capace di amare soltanto ragazzi, in una societ , quella inglese del primo Ottocento, in cui l’omosessualit  era punita con l’impiccagione.
Spiega l’attore regista "Fletcher testimonia lo charme e l’eleganza dell’homme fatal che amò uomini e donne e che fu amato da uomini e donne". In questa scena vuota Roberto Azzurro riempie tutti gli angoli, la sala, con la sua interpretazione, “il vedovo di Lord Byron” scrive e descrive, gelosie, amori, tradimenti, passioni sodomite, viaggi, punizioni capitali, gogne, rapporti incestuosi.

Racconta tutto con grande padronanza scenica, in una chiave poetica, cimentandosi in un monologo che ci travolge, grazie alla sua bravura.

« Poich in s un pensiero, un pensiero assopito, racchiude anni, e in un’ora condensa una lunga vita. »
(Lord Byron, da Il sogno, capitolo I)

Chi era George Gordon Byron
George Gordon Noel Byron, VI barone di Byron, meglio conosciuto come Lord Byron RS(Londra, 22 gennaio1788 Missolungi,19 aprile1824), è stato un poeta e politico inglese.
A causa della vita dissoluta del padre, il capitano John Byron, detto "Mad Jack" ("Jack il Matto"), trascorse l’infanzia ad Aberdeen, in Scozia, presso la madre Catherine Gordon of Gight, in ristrettezze economiche. Qui nacque in lui l’ammirazione per il paesaggio marittimo e montano, e la fede calvinistanella predestinazione della colpa.Cominciò a scrivere versi a dodici anni, a causa dell’infatuazione per una cugina. Un’altra parente lasciò nel suo spirito tracce indelebili. Entrò nel 1805 al Trinity College di Cambridge, dove aveva un corso domestico. L’anno dopo pubblicò in forma anonima Fugitive Pieces, che ben presto ripudiò ma poi riscrisse nel 1807 col titolo di Poems on various occasions, sempre anonimamente, vide la moglie e la figlia abbandonare la sua casa, sotto l’ombra di fondatissimi sospetti di una relazione incestuosa con Augusta Leigh, figlia di un precedente matrimonio del padre, di cui qualcuno disse fu portata sotto i riflettori per tacitare un’altrettanta fondata accusa di rapporti omosessuali.

Nella foto, in alto, Roberto Azzurro in scena. in basso, Lord Byron in un ritratto di Thoma Phillips

AL PRIMO ARRIVA LA ZIA DI CARLO

Dal 20 dicembre al 20 gennaio al Teatro Il Primo (Viale del Capricorno 4, Colli Aminei Napoli) la Compagnia Bianca Sollazzo propone la LA ZIA DI CARLO di Brandon Thomas

con

Rosario Ferro che ne firma anche progetto e regia.
Rappresentato per la prima volta a Londra nel 1892 e scritto come favore per un noto attore dell’epoca, “La zia di Carlo” è un caso unico nella storia del teatro, uno dei testi più rappresentati al mondo. Una ricca zia emigrata sta per arrivare a Napoli per riabbracciare il suo unico nipote e conoscere la sua fidanzata. Un telegramma annuncia, però, che ella tarder . Il pudore femminile, si sa, impone alla ragazza di evitare appuntamenti con uomini soli. A Carlo, per vedere l’amata, non resta che convincere il suo maestro di musica ad indossare abiti femminili e fingersi sua zia… Interpretato nel 2006 al fianco dell’indimenticata Bianca Sollazzo, Rosario Ferro torna a rivestire i panni del Maestro Barbella in una delle sue interpretazioni comiche più riuscite.

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