Perch l’arte è in crisi? Forse perch ciascuno si arroga la dicitura di “artista” considerando qualsiasi cosa una “forma d’arte”? Dubbi e domande che raramente trovano risposte ma che porta a riflettere ma quasi a cambiar rotta. Un tema attuale da cui prende le mosse il progetto “L’arte in crisi” curato da Stefano Taccone con il contributo di Gabriele Frasca e del musicista Carlo Mormile, che prende corpo nella Fly Project della Galleria Franco Riccardo Artivisive (in Piazzetta Nilo, 7 II piano) a Napoli.

Dopo “La Pendolare” di Valentina Vetturi, fino al 14 marzo è il turno di “Area Limitata” di Salvatore Manzi. Classe 1975, Manzi fin dagli esordi si interessa all’assenza dell’autore nell’opera d’arte contemporanea, dal 1999 al 2002 intraprende, insieme all’artista Angelo Rossi, un percorso di azzeramento creativo. In seguito si volge a una ricerca più ampia e nei suoi lavori, prettamente video, compaiono numerosi riferimenti al disagio sociale, alla psichiatria, alla politica, alla libert  d’informazione. Nel 2006, in seguito alla conversione alla fede evangelica, nei suoi lavori compaiono numerosi riferimenti spirituali.
L’artista concepisce il video come una pittura in movimento in polemica con la subalternit  al linguaggio cinematografico di tanta produzione videoartistica contemporanea. In “Area Limitata” persegue un particolare intreccio tra personale e politico in cui il proprio disagio diviene motivo in grado di rimandare a una condizione sociale più generale. La traccia sonora di Giuseppe Fontanella, chitarrista dei 24 Grana con cui Manzi collabora da anni, amplifica il generale senso di drammaticit  e struggimento.

In foto, un’opera dell’artista

Info

Orari dal luned al venerd ore 11/20. Fino al 14 marzo

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