Uno spazio napoletano. Un regista russo. Una compagnia teatrale arrivata da tutta Italia. Gli spazi che furono della galleria d’arte "Mani&Design" (in una traversa di via Benedetto Croce, vico San Giovanni Maggiore Pignatelli, a Napoli) da qualche mese sono animati da un gruppo di giovani attori, diretti dal regista russo Anton Milenin. E’ il teatro di Kostja Treplev. Una realt  composta da attori provenienti da ogni parte d’Italia, giunti a Napoli in uno dei momenti peggiori della citt  nel pieno della crisi rifiuti. Caparbiet , impegno, passione e tenacia. La voglia di non mollare e mettersi in gioco, nonostante il biglietto di benvenuto non proprio a 5 stelle.

Abbiamo parlato con Sara D’Ippolito, romana, regista, allieva di Milenin e una delle anime del neo-nato spazio teatrale.

Come siete approdati in citt ?
“Da Mosca! Ci ho vissuto 3 anni, lavorando con Anton. Lo seguo da 8 anni. Siamo partiti dall’Italia, poi abbiamo pensato di fare qualcosa in Russia. Poi… l’imprevisto e l’arrivo, qui, di tutti noi”.

Cosa è successo?
“Uno dei nostri colleghi italiani, rimasto in patria, ci ha invitato per un seminario. Gli attori partecipanti espressero il desiderio di organizzarene un altro, nonostante, all’inizio, pensassimo di tornare in Russia. E cos, da ottobre 2010 a maggio di quest’anno, abbiamo lavorato con seminari organizzati ogni due settimane in varie citt  italiane. La maggior parte degli attori che vi hanno partecipato fanno parte della nostra compagnia”.

Perch Napoli?
“Un caso. Ci siamo trovati qui due volte per due seminari e ad Anton è piaciuta molto la citt , teatralmente”.

In che senso?
“Abbiamo lavorato a lungo a Roma. L di teatro c’è ne è troppo, c’è dispersione e poca apertura. A Napoli, l’avevamo avvertito e poi confermato, invece, ci sono molta apertura e un interesse vivo per il teatro. E’ anche tutto più umano, rispetto a quello burocratizzato di tante citt  italiane. E poi ci piaceva l’idea di lavorare in un posto che non conoscevamo”.

Perch?
“Perch lavorare in un posto che conosci troppo, in cui conosci la gente, anche dal punto di vista creativo diventa pesante. Sai gi  cosa accadr , che pubblico arriver , quali sono i problemi, quali i vantaggi. E, non ultimo, per motivi economici. Il nostro spazio lo autofinanziamo e, ovviamente, uno spazio di questo tipo, su Roma, ha costi almeno triplicati. Siamo stati fortunati, perchè dopo due settimane, il tempo che la compagnia si formasse, abbiamo trovato questo luogo. E ora siamo qui in pianta stabile”.

In quanti siete in compagnia?
“Al momento 18, in prevalenza donne. Ma vorremmo allargarci tanto da creare 2 o 3 compagnie d’attori, sia per non caricare tutto il lavoro sempre sugli stessi, sia perchè il progetto è anche continuare la linea pedagogica e aprire una vera scuola. Non un’accademia, ma un lavoro parallello e sull’attore e sull’andata in scena. Peraltro, un percorso poi simile al lavoro antico del teatro. Magari si uniranno anche attori napoletani…”.

Possibile? Non avete attori nostrani?
“Un paio. Laura Malfi e Rocco Giordano. Li abbiamo conosciuti a Roma. All’inizio volevano andare via dalla loro citt …”.

Come hai conosciuto Anton Milenin?
“Sono stata fortunata. Una decina di anni fa vidi un suo spettacolo a Roma, "Il gabbiano" di Cecov. Adoro da sempre lo scrittore russo. La visione dello spettacolo fu uno schock per la bellezza e la capacit  degli attori. Io prima lavoravo sul corpo e mi mancava la formazione dell’attore drammatico. Dopo un paio di anni dalla visione, mi arrivò la mail di un seminario di Anton. Da allora non l’ho più mollato. E l’ho seguito in Russia”.

Imparando anche la lingua…
“Si! Ora gli faccio anche da traduttrice”.

E di cosa altro ti occupi?
“Ho cominciato come attrice, poi ho fatto di tutto organizzatrice, direttrice, tradutrice… poi Anton m’ha dato la possibilit  di curare un paio di regie con la sua supervisione. Tengo anche dei seminari”.

La lezione più importante che hai imparato?
“Quello che Anton insegna, in questo tipo di teatro, è il discorso della responsabilit . Lo chiama "teatro dell’attore" non del regista. L’idea è che ognuno dia le proprie conoscenze, senza prendere il posto del maestro, cos da creare una collaborazione reale”.

Come hai scelto i testi da portare in scena??
"Vado con le donne per piet " è un testo a cui ho lavorato con Anton anni fa, mentre "Con la Zeta. Filosofia fatta con la frusta" è nato per caso. Per il primo testo volevo inserire qualche monologo concettuale. Ho cercato e trovato talmente tanti di quei testi che è venuto fuori un secondo spettacolo che non era in programma e che m’aspettavo non sarebbe piaciuto perchè troppo filosofico…”.

E invece?
“Invece hanno apprezzato. Il pubblico napoletano, m’è sembrato, ha voglia di pensare. E’ una cosa che ti apre il cuore”.

Un sog            6                 è« «    oè  á«sptBLlibrineBlinkBBd dBd d«BpGBB«7Be«BEBBèMODEBHlèNOèBno?
“Il teatro come luogo per pensare”.

In foto, dall’alto, Anton Milenin e l’interno del teatro

LA NOTIZIA

Esiste per un attore una tecnica che gli permetta di non cadere più nei clichès, suoi e del testo? Può un attore sentirsi libero in scena, e contemporaneamente restare fedele al senso del testo?

Il Teatro di Kostja Treplev presenta un masterclass intensivo con Anton Milenin, per attori e registi. A Napoli il 15, 16 e 17 settembre. In lingua italiana.

Info

Quota di partecipazione euro 100.

www.treplevteatr.com

www.facebook.com/pages/Teatro-di-Kostja-Treplev-a-Napoli/205114972858090

re.amleto.8.0@hotmail.com

338.15.36.036

RISPONDI

This site is protected by reCAPTCHA and the Google Privacy Policy and Terms of Service apply.