Le disobbedienti/Madeline St John racconta “Il cuore segreto delle cose”: storia di Nicola, donna abbandonata. Che si rialza cambiando la propria vita

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Tutte nella vita dovremmo avere almeno un’amica sincera. Un’amica con cui ridere e piangere, una persona pronta ad accoglierci nella propria casa quando la nostra smette di esser tale. Tutte dovremmo sperimentare la complicità femminile nei momenti belli e in quelli brutti.
La scrittura di Madeline St John è fluida, coinvolgente e venata di una ironia graffiante. Ne “Il cuore segreto delle cose” pubblicato da Garzanti racconta una storia d’amore tra un uomo e una donna.
Nicola, la protagonista, vive la straniante sensazione conosciuta a molte donne della fine inaspettata di un amore. Inaspettata per chi? Forse gli altri se ne erano già accorti, avevano notato una sbavatura, uno scricchiolio, un gesto o una parola rivelatrice ma la diretta interessata no, lei non aveva notato nessun segnale allarmante che potesse metterla sull’avviso.
La protagonista vedeva una proiezione di un amore, la sua, scartavetrando dal campo visivo emotivo tutto quel che di disturbante e dissonante potesse apparire? Forse. Accade più spesso di quanto si creda e poco importa se la donna lasciata non abbia colto alcun segnale – consciamente o inconsciamente – perché, in entrambe i casi, si fustigherà in egual misura.
Chi ha subito il trauma di esser stata lasciata si riconoscerà nei panni della protagonista che, prima ancora di accettare la decisione comunicatale, cerca di comprenderne i motivi. Eh sì, perché le donne hanno questa mania di voler capire, di fare domande e di cercare le ragioni sottese a un cambiamento. Agli uomini, a quanto sembra, interessa assai meno e  – anzi – appaiono infastiditi dalla femminile necessità indagatoria.
Nicola pensava di aver creato un rapporto stabile e invece all’improvviso – puff – questo si sgretola, si sgonfia come un palloncino. Da un momento all’altro le manca l’aria, si sente come se le avessero amputato un arto senza anestesia, a freddo, senza che nessuno le chiedesse cosa ne pensasse, è successo e basta, sulla pelle avverte la stessa spietata naturalezza che caratterizza ogni evento traumatico della vita. Ognuno sperimenta i propri traumi attribuendo a essi una intensità personale.
Immaginare che un accadimento sia più doloroso di un altro, tracciando una immaginaria scala della sofferenza nelle vite altrui, è esercizio inutile quanto invadente.
Dalla lettura si ricavano validi e pratici suggerimenti da mandare a mente: acquistare una casa intestandola solo a sé stesse è un obiettivo prioritario, concentrarsi sulla propria carriera non è affatto cosa nociva, coltivare i propri interessi aiuta ad avere una vita personale indipendente e vivace, avere paura della solitudine può essere una trappola.
 «Noi donne abbiamo ancora molta strada da fare. Dobbiamo imparare a concentrarci di più su un unico obiettivo. A essere più spregiudicate. Più ambiziose. Spietate».
Nicola matura questa convinzione dopo aver riflettuto sul grado di importanza che l’uomo amato e lei hanno attribuito al lavoro, il danaro e le relazioni affettive.
Personalmente non credo che la spietatezza possa aiutare a vivere meglio – se non si è nati sprovvisti di un corredo di scrupoli – ma quel che di cui sono fermamente convinta è che si possa decidere di impegnarsi per essere felici, o più realisticamente, darsi da fare per limitare i danni dell’infelicità.
Nicola è affetta dagli atavici sensi di colpa che colpiscono molte donne, il suo primo pensiero è che sia stata lasciata per aver commesso degli errori, per essere manchevole e inadeguata. Non è stata abbastanza, non ha fatto abbastanza, semplicemente non è all’altezza. Non fa un lavoro importante e altamente remunerato come quello del suo partner. La colpa deve essere sua.
Il livello dell’autostima è di parecchio sotto lo zerbino. La cosa importante è riuscire a metabolizzare, raccogliere i cocci e rialzarsi. Quando ci capita di franare al suolo ognuna elabora una strategia personale, anche Nicola lo fa e dopo una prima fase di incredulità mette mano a una nuova versione della propria vita analizzando il passato al microscopio.
Anche noi che leggiamo, empatizzando, ci interroghiamo sul bilancio costo/benefici di una vita di coppia in termini di rinunce fatte e condivisione e compagnia guadagnata.
Cosa succede alle relazioni amicali quando una coppia si lascia? Gli amici chi dei due inviteranno a cena e a teatro? Il gruppo che si frequentava si apre come il Mar rosso al passaggio di Mosè creando due schieramenti; da una parte gli amici dell’uno e dell’altra quelli dell’altra. Anzi no, gli schieramenti sono tre: ci sono gli attendisti che, convinti che i due faranno pace, aspettano prima di esporsi per non inimicarsi nessuno.  Sapremo il motivo del “lascito” da parte dell’uomo amato? Fine del libro? No, ovviamente c’è dell’altro da scoprire che qui non si scrive.
Interessante è anche la descrizione del rapporto tra l’uomo amato e i suoi genitori, i tratti sono molto british ma c’è di più:  «Che cosa poteva dire? Le sembrava che tutte le sue domande fossero impertinenti. C’erano ampie distese di territori proibiti tra genitori e figli» .
Ecco un modello di rapporto intergenerazionale in vero diverso da quello attuale in cui, assai spesso, i genitori appaiono più come amici che come distanti entità educanti. I dialoghi intergenerazionali introducono un interessante tema di riflessione, quello dei modelli socio-educativi differenti per cultura e tempo storico.
Un libro ben scritto rende ogni storia gradevole, appassionante e vivace. Le piccole grandi cose quotidiane possono essere vissute collettivamente quando raccontate in modo che ci si possa riconoscere senza sentirsi giudicate/i. Quando si cade è bello avere qualcuna/o che ci sorregga mentre, leccandoci le ferite, ci rimettiamo in piedi, farlo con una vena di ironia aiuta molto.
 ©Riproduzione riservata
IL LIBRO
Madeleine St John, Il cuore segreto delle cose
Garzanti
Pagine 206
euro 16
L’AUTRICE
Madeleine St. John nasce a Sydney nel 1941. Unica donna australiana a essere candidata al Man Booker Prize, esordisce con Le signore in nero, pubblicato nel 1993, cui seguono Una donna quasi perfetta (1996), Il cuore segreto delle cose (1997) e A Stairway to Paradise (1999). Muore a Londra, nel 2006, all’età di sessantaquattro anni. Mentre è in corso in tutto il mondo la riscoperta delle sua opera, Garzanti pubblica per la prima volta in Italia i suoi romanzi.

2 COMMENTI

  1. […] Le disobbedienti/Madeline St John racconta “Il cuore segreto delle cose”: storia di Nicola, donn… Le disobbedienti/Emily Warren, la donna che costruì il ponte di Brooklyn Le disobbedienti/“All’ombra di nessuno”: Tahmima Anam racconta la storia di Asha. Nel mondo degli affari dove le donne partono svantaggiate Le disobbedienti/Carolina Esposito e la sartoria di via Chiatamone: una donna libera, creatrice di bellezza Le disobbedienti/La giornalista e scrittrice Katharina von Arx: quella sfida di riportare allo splendore un castello in rovina Le disobbedienti/”Il segreto della speziale” di Sarah Penner: un romanzo che fa riemergere donne cancellate dai secoli Le disobbedienti/”La porta semichiusa” di Nunzia Caricchio: quel coraggio di raccontare la spirale della violenza in famiglia Le disobbedienti/Mary, la sorella dimenticata della famiglia Bennet. Janice Hadlow le dedica un romanzo coinvolgente Le disobbedienti/Marie Curie e l’amante segreto: le umane passioni di una scienziata raccontate nel romanzo di Irène Frain Le disobbedienti/Quando Agatha Christie sparì per 10 giorni. E acquisì consapevolezza del successo Libro/”La combattente” di Stefania Nardini: una discesa agli inferi per voltare pagina. E vivere una stagione diversa della vita Le disobbedienti/Alessandra Giovanile e Virna Mejetta svelano le bastarde di Francia. Ai tempi del cardinale Richelieu […]

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