Le disobbedienti/Pioniere: quelle donne che sfidarono i modelli sociali della loro epoca. E diventarono magistrate, poliziotte o campionesse olimpiche

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Una carriera ancora non considerata, una strada ancora inesplorata, una decisione mai prima d’ora assunta, una impresa innovativa: che valore hanno? Saremmo abbastanza determinate per intraprenderle? Abbiamo bisogno di modelli positivi che possano essere di ispirazione? Sicuramente aiuterebbe.
Conoscere le storie di chi non si è fermata davanti alla chiusura, le difficoltà e la fatica di ritagliarsi uno spazio in un ambito esclusivamente maschile è un buon modo per cercare delle risposte. È importante far comprendere alle ragazze e i ragazzi – e ricordarlo a noi stesse/i – che non esistono lavori da uomo e lavori da donna perché con lo studio, l’impegno, la determinazione e il talento ognuna/o può decidere di diventare chi vuole.
“Pioniere, storie di italiane che hanno aperto nuove frontiere” è un volume curato da Lidia Pupilli in cui i saggi contenuti contribuiscono ad affermare un concetto fondamentale: mai fermarsi di fronte a una impresa non ancora affrontata, in ogni cosa c’è una prima volta e si può cercare il coraggio, dentro noi stesse/i, per percorrere la strada che ci chiama, quella che sentiamo giusta, anche se ancora nessuno ne ha tracciato il sentiero. Le pioniere raccontate sono donne che hanno scelto di essere apri pista: le prime elettrici, le prime sindache, le prime avvocate, ingegnere, magistrate, poliziotte, bibliotecarie e campionesse olimpiche.
Il racconto delle loro vite è contestualizzato in modo da far meglio percepire i vincoli e gli ostacoli  che ognuna di esse si è trovata innanzi e ha superato, non solo il sistema valoriale di una società che le voleva relegate al solo ambito domestico ma – di riflesso – anche l’impianto legislativo e l’apparato amministrativo che – più che escluderle – non le contemplava.
Nonostante il lavoro delle madri costituenti volto a veder sancita l’uguaglianza di diritti nell’accesso al mondo del lavoro, che si evidenzia dalla lettura del combinato disposto degli articoli 3, 4 e 37, “ […] pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”,  “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto[…]” e “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione […]” le donne hanno dovuto lottare per affermare il loro diritto al lavoro, per l’eguale retribuzione siamo ancora lontane.
Le pioniere presentate nel volume sono state coraggiose nello sfidare il modello sociale, la famiglia e – anche – la Chiesa. Le loro scelte contro corrente hanno permesso alle generazioni future la libertà di considerare un lavoro assecondando attitudini, passioni e interessi senza limiti né distinzioni di sesso. Poco importava che durante i conflitti mondiali le donne avessero dimostrato di poter lavorare in qualsiasi settore – con gli uomini impegnati al fronte non si andava tanto per il sottile – e che li avessero sostituiti nei lavori agricoli quando le campagne si spopolarono per l’inurbazione forzata conseguente all’apertura delle fabbriche, avevano ancora – e verrebbe da dir sempre –  da dimostrare: di essere capaci, all’altezza e in grado di fare tutto quello che facevano gli uomini. Non bastava – e ancora sembra non bastare – poiché lo stesso lavoro svolto da un uomo una donna lo doveva far meglio e senza venir meno al carico del lavoro di cura e accudimento familiare.
È importante conoscere i nomi e le storie di queste donne coraggiose che osarono sfidare tutto e tutti per cambiare le cose, che dissero no a delle imposizioni che trovavano ingiuste e penalizzanti, che non si lasciarono intimorire dalle regole di un mondo che le escludeva. La loro determinazione, tenacia e intraprendenza è stata il principio della nostra possibilità di scegliere, a loro va il nostro ringraziamento.
©Riproduzione riservata
IL LIBRO
AAVV, Pioniere. Storie di italiane che hanno aperto nuove frontiere,
a cura di Lidia Pupilli
Aras edizioni
pagine 267
euro 22
L’AUTRICE
Lidia Pupilli, PhD in Storia dell’età contemporanea, è docente di ruolo nella Scuola secondaria di II grado, cultrice della materia presso il Dipartimento di Studi umanistici dell’Università di Macerata e Direttrice scientifica dell’Associazione di Storia Contemporanea. I suoi studi vertono principalmente sulla storia politica e sulla storia delle donne. Fra gli ultimi lavori, Uomini dalla parte delle donne fra Otto e Novecento (Marsilio, 2020), nonché la monografia Intellettuale nel regime. L’altra vita di Romolo Murri (Marsilio, 2019).

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