Romanzo/”Io voglio vivere” di Luciano Natali: ritorno alle radici sconosciute

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È poco più di un bambino quando Luca vede per la prima e unica volta suo nonno paterno Luigi. Suo padre non gliel’ha mai fatto incontrare e lui rimane incuriosito dall’uomo che parla un dialetto strano e a lui sconosciuto.
Se infatti il giovane è nato e risiede a Roma, il nonno ha deciso di abitare nel Nord d’Italia, più precisamente nel paesino di Dona, piuttosto vicino a Milano. Passano gli anni e di quell’incontro non si sente più parlare, forse perché è avvenuto in un momento decisamente doloroso, la morte di nonna Adele.
Eppure quel nonno, per lui pari a uno sconosciuto, non ha mai smesso, nemmeno per un solo istante, di pensare al suo adorato nipote e di seguirlo, seppur a distanza, nella sua crescita umana e professionale. Ma ciò Luca, l’indiscusso protagonista del romanzo di Luciano Natali, intitolato Io voglio vivere, lo scoprirà una volta cresciuto. A fargli comprendere quanto l’uomo sia stato legato a lui è la sua decisione di renderlo suo indiscusso erede, donandogli la sua casa, sita, lo ricordiamo, a Dona.
Luca, innanzi alla lettura del testamento, rimane basito: per quale motivo non è suo padre il suo erede diretto? E poi perché il nonno ha deciso di lasciargli la sua abitazione, che ha costruito lui stesso, mattone dopo mattone, con tanti sacrifici? Che cosa aveva auspicato e desiderato per lui?
Sempre più frastornato, cerca di trovare una soluzione e alla fine pensa che sia opportuno che lui si trasferisca a Dona: del resto se il suo parente gli ha lasciato questa importante eredità, lui non può certo lasciarsela scappare.
Nella vita non era riuscito a combinare un granché e gli studi in Giurisprudenza non andavano propriamente bene. Giovanna, la sua storica e bellissima fidanzata, non vuole seguirlo in questa avventura e vorrebbe che lui prendesse casa assieme a lei nella Capitale.
Non vuole nemmeno trascorrere qualche weekend con lui in paese ed è convinta che questo suo atteggiamento lo indurrà a tornare a Roma a gambe levate. E in effetti in un primo momento pare che Luca, profondamente sconfortato dal comportamento di alcuni abitanti che lo considerano una sorta di invasore, vorrebbe realmente mollare tutto e ritornare “all’ovile”.
Ma sarà poi una telefonata con suo padre che lo indurrà a cambiare idea e a crescere, oltre che a rendersi conto che il suo presente e il suo futuro sono nelle sue mani e che lui deve lottare concretamente, giorno dopo giorno, per realizzarsi come uomo sia dal punto di vista professionale che umano. Si rialzerà e riuscirà a rifarsi una nuova vita e tante nuove amicizie oltre che costruire qualcosa di grande, non solo per sé ma anche per tutti gli altri abitanti di Dona, che inizieranno, pian piano, a considerarlo uno di loro. (Tiziana Sgroi)
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