Qui sopra, la copertina del libro che racconta il secondo conflitto mondiale (in alto) attraverso i diari delle scuole napoletane
Qui sopra, la copertina del libro che documenta il secondo conflitto mondiale (in alto) attraverso le annotazioni e i racconti delle maestre e dei maestri nelle scuole napoletane

Quanti di noi sanno che le maestre e i maestri delle scuole elementari italiane dagli anni Trenta fino al secondo dopoguerra erano tenuti ad annotare nel registro di classe non soltanto le attività scolastiche legate allo svolgimento del programma didattico ma anche gli avvenimenti della vita quotidiana che circondava gli alunni? Non tantissimi. Quel che accadeva a scuola, quanto succedeva nelle famiglie, l’evoluzione e l’involuzione della città in cui vivevano, i registri delle scuole elementari sono una fonte di cronaca, costume e saggio sociale che Erminio De Biase, napoletano ricercatore storico e germanista, con certosina pazienza ha cercato e consultato.
Cinque circoli didattici napoletani dislocati in quartieri diversi per ricostruire – attraverso la scrittura dei maestri di quegli anni- la Napoli del periodo bellico. La povertà, i bombardamenti, la difficoltà di non sospendere le lezioni in anni bui in cui la priorità era sopravvivere sono, nelle pagine del libro, presentati come racconto corale affidato alle tante voci di chi osserva e annota, autore compreso.
Il fascismo con la sua aulica retorica, le ricorrenze del regime e la vita quotidiana scandita dalle tragedie e le impellenze che una guerra comporta. Nell’affresco de “la guerra in classe” c’è posto per la descrizione di aule e ricoveri antiaerei, di letterine scritte da bambini e inviate al fronte, di scolari malnutriti e di una trasformazione urbana conseguenza dei bombardamenti.
Le scuole rimangono aperte fino al 1942, chiuse per l’intero anno successivo riapriranno nel febbraio del 1944 con la città occupata dagli americani. Molte famiglie cercano rifugio in località della provincia per sfuggire alle bombe, il freddo e la fame che attanagliava Napoli, molti bambini non superano le malattie che  – puntuali – flagellano le popolazioni in guerra, la riapertura delle scuole avviene solo dove ancora esistono edifici che, seppur danneggiati, stanno in piedi.
Ma quel che colpisce non è la chiusura delle scuole, al contrario, è il fatto che questa sia rimasta aperta anche in situazioni disperate, anche quando i bombardamenti erano già pesanti e la povertà mordeva, quel che il lettore coglie è l’umano istinto di conservazione alla ricerca di una “normalità” quotidiana che fluisca in un progetto di vita futura in cui è importante che le nuove generazioni abbiano un’istruzione.
Racconti sulle scuole trasferite “in casa” per inagibilità delle aule, annotazioni personali di maestre e maestri e considerazioni sulle mille cose da ricostruire – tra cui il tessuto sociale – si intrecciano nei registri dando vita a un inconsueto racconto storico in cui la fonte è plurale.
Com’è stata la seconda guerra mondiale nelle scuole elementari napoletane? De Biase lo racconta dando voce alle maestre e i maestri che in quegli anni hanno insegnato, osservato, sperato, pianto, vissuto la paura, il terrore, l’angoscia e la speranza.

IL LIBRO
La guerra in classe – Il secondo conflitto mondiale vissuto nelle scuole di Napoli

Erminio De Biase
Giannini Editore Napoli 2017
pagine 269
Euro 20

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