La vita corre sul filo delle emozioni. Negli spazi di Lineadarte Officina creativa, in via San Paolo ai Tribunali 31 dove si è appena conclusa la personale di Massimiliano Vacca, Sulle orme del mascheraio curata da Massimiliano Vacca, Giovanna Donnarumma, Gennaro Ippolito. Un’intera settimana per poter ammirare le opere dell’artista sardo che all’inaugurazione ci ha omaggiato insieme alla sua compagna di sempre, la moglie Simonetta Boscu, con una performance sull’amore, sui rapporti di coppia, sulla violenza. Mettendo in scena “il lato oscuro dell’amore” .
Ognuno di noi ha un ripostiglio buio e polveroso dentro di sé, un cassetto fatto di ombre e silenzi. Massimiliano ci ha mostrato quanto possa essere facile cadere in certi conflitti che trasformano l’innamoramento in diffidenza e violenza scaturita. Quanto sia importante non dimenticarlo mai per non cedere alla brutalità e a quel sonno della ragione che genera mostri. In questo mondo dove ci sono tante maschere e pochi volti finalmente un volto che indossando la maschera resta sincero e pulito e, mai come in questo caso, è vero perché  le opere di Massimiliano Vacca sono effettivamente maschere realizzate in das, un materiale duttile e facilmente plasmabile che l’artista combina con sostanze di origine naturale come il caffè, la cipolla e il cavolo per trovare nuove e sempre diverse soluzioni di colore e consistenza.
In occasione di questa sua nuova esposizione a Napoli ho avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con lui sorseggiando un bicchiere di vino gentilmente offerto da Gennaro Ippolito e Giovanna Donnarumma, preziosi ospiti e artefici di un allestimento degno di nota,  che è diventato protagonista insieme alle maschere, quasi a formare un’installazione unica che esaltava attraverso un sapiente gioco di luci e ombre le caratteristiche e le espressioni delle opere.


Le maschere di Massimiliano parlano di noi più di quanto noi possiamo parlare di loro, raccontano i nostri vizi, le paure e le virtù. Distaccandosi dalla forte tradizione artigianale d’origine l’artista reinterpreta il mondo che ci circonda creando dei veri e proprio personaggi che ci guidano in un percorso magico dove ogni spettatore può riscoprirsi protagonista e trovare la sua maschera per scoprire se stesso. Le opere sono uniche e possono essere indossate perché così vuole l’artista. Le sue maschere non sono oggetti d’arredamento ma vivono di vita propria e possono spingere l’incauto soggetto che le porta a immedesimarsi con Mosè , con il lupagnello, con Estragone e il suo degno compagno Vladimiro o con le Janas , le fate e le streghe della tradizione sarda.
Da qualche anno l’artista non solo indossa le sue maschere, interpretando di volta in volta un personaggio diverso ma si cimenta in performance e collaborazioni musicali che lo portano sempre più a confrontarsi con altre personalità del mondo artistico e ad essere attore protagonista di video musicali.


L’uomo Massimiliano è andato oltre la maschera diventando lui stesso soggetto e oggetto rappresentato che ci pone davanti ai nostri difetti, ai nostri lati più oscuri e profondi, intimi, facendo venire fuori luce dove vediamo luce e ombra dove il buio la fa da padrone. Con una presenza scenica fuori dal comune e un forte carisma con una sua maschera sul volto l’artista può trascinare chiunque nel suo mondo e rendersi ora specchio lasciando lo spettatore in balia di se stesso, ora burattinaio costringendo il visitatore a seguirlo nel suo mondo fatto di animali fantastici e personaggi tratti dadi più svariati ambiti.
Qualcuno si ricorderà ancora di lui che passeggia per le strade di Napoli verso il negozio di Gino Ramaglia qualche anno fa dove si è cimentato in una delle sue prime performance. Perché per Massimiliano Vacca la nostra città è quasi come una seconda casa dove spesso torna volentieri per mostrarci i suoi nuovi lavori e fare un giro, lasciandosi ispirare da un luogo che come la sua terra natia è ricco di storia e ha una sua importante tradizione in fatto di maschere. Proprio per questo il mascheraio sardo non poteva non sentirsi a casa tra i quartieri di Napoli.
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In pagina, le foto dell’autore, della performance e della mostra. Quelle delle maschere, al centro, sono state scattate da Gennaro Ippolito; le altre da Antonio Conte

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