Vacanze turche. E’ la commedia brillante andata in scena al Teatro Bracco di Napoli con Rosaria De Cicco e Cinzia Mirabella, attrici autrici registe. Lisa e Gioia vivono una notte molto inquietante in una stanza di albergo in Turchia. La stanza ha tre letti. Il primo loro incubo è nell’attesa del terzo cliente, Mario De Felice, a loro sconosciuto.
Due donne straniere con un uomo nella stessa stanza. L’attesa crea agitazioni che le porta a prendere delle prime precauzioni. La prima idea è di creare una fittizia separazione tra i letti con un voluminoso armadio. Le ore di attesa sono lunghe ed estenuanti. Immaginano lo sconosciuto nei modi più inquietanti ed escogitano ogni forma di difesa. Sono assalite dai tanti tabù della nostra societ  e delle loro educazione di donne attente alla moralit .
Assalite dalla nevrosi, si lasciano andare al loro passato. Fiumi di ricordi intrecciati da tradimenti, delusioni, amarezze, sogni svaniti appena sognati. La loro et  ha superato da molto la giovinezza. Ansia e tristezza si legano nelle loro confidenze. La nostalgia, la solitudine, l’abbandono da lungo tempo di un amante, lievita la tensione. Sono donne ancora con vive pulsazioni di focosa sensualit . Nella paura di incontrare uno sconosciuto si introduce segretamente in ognuna la voglia di vivere momenti di sesso appagante. Il sogno di una avventura con lo sconosciuto cresce in fretta tanto da svestirsi e cambiare abito freneticamente. Decine di vestiti sempre più seducenti.
Il loro turbamento si scioglie subito come un gelato tanto desiderato. Il bel Mario, giovane alto dal fisico di atleta, le ignora fino al punto di non rivolgere neanche una parola. Rabbia e delusione scatenano le due al punto tale che la loro apparente raffinatezza nei gesti, nel linguaggio, nei toni di voce si alterano trasformandole in due vipere vasciajole (donne attaccabrighe dei bassi napoletani).
Rosaria e Cinzia a briglie sciolte si lasciano andare a una vasta gamma di toni che vengono apprezzati dal pubblico. Lo spettacolo ha sempre avuto ritmi veloci e incalzanti tanto da divertire abbastanza. De Felice nel suo ruolo limitato a poche battute ha avuto il pregio di far esplodere la bravura di Rosaria e di Cinzia. La scenografia molto raffinata è di Massimiliano Pinto del Laboratorio Proscene Flegreo.

Lo spettacolo sar  al Nuovo teatro Sancarluccio di Napoli
(via san Pasquale 49, tel. 81 4104 467) sabato 12 aprile ore 21, domenica 13 aprile ore 18 e ore 21. Gli spettacoli domenicali saranno preceduti da un delizioso aperitivo turco alle ore 17.30.

Al Bracco dal 16 aprile “‘O scarfalietto” con Arnolfo Petri e regia di Rosario Ferro. Teatro Bracco via Tarsia 40 tel.081.5545323
Addetto stampa Tiziana Beato
Per saperne di più
www.teatrobracco.it
info@teatrobracco.it

ROSARIA E LA DISPERAZIONE DELLE DONNE
di Mariarosaria Vela

La disperazione ha la voce delle donne. Che spesso viene raccontata dagli uomini. E’ quella messa in scena nel primo weekend di marzo da Rosaria De Cicco (anche come regista) al Nuovo teatro Sancarluccio di Napoli nello spettacolo Almost famous- ovvero le donne. Lei arriva sul palco con una borsa dalla quale tira fuori i ferri del mestiere per dare voce a storie di dolore pochi indumenti per ritagliarsi ruoli diversi che ha scelto pescando da scritture differenti e li dispone sul palco con noncuranza. C’è anche una lavagna, di lato, su cui segna, di volta in volta il titolo del testo e il nome dell’autore prima di cambiare volto alle emozioni da offrire al pubblico.
Inizia Caterina scappa sca, unica delle cinque protagoniste femminili nata dai pensieri di una scrittrice, Annapatrizia Settembre che l’ha pubblicato con la sigla editoriale Narcissus.me la sua è una moglie ingabbiata nella paura da un marito violento da cui riesce a fuggire guidando i due figli verso un futuro meno cupo. Le altre quattro, invece, sono prodotte da penne maschili.
“Il fatto più bello” (Caracò editore) di Massimiliano Virgilio è affidato a Stella, single che ha accettato una maternit  causata da un intenso e fertile brivido erotico in una cabina elettorale lamentele di mamma sola prima di accompagnare la figlia Luna ad abortire.
Maria ‘a sporca di Pasquale Ferro è una delle carcerate (affetta da una sindrome puzzolente) che sfilano davanti agli occhi di “Macedonia e Valentina. ‘O curaggio d”e femmene”(ilmondodisuklibri) , detenuta e suora innamorate in carcere racconta come ha ammazzato il suo amico usuraio che voleva rubarle i gioielli ereditati dalla madre, finendo cos dietro le sbarre.
Maria di Carmela è la pazza inventata da Annibale Ruccello nella sua breve vita di drammaturgo (scomparso in un incidente stradale nel 1986), in preda a un delirio mistico che la porta a credersi la Madonna.
Infine “Le storie che finiscono” di Maurizio De Giovanni armano di coltello un’at            6                 è« «    oè  á«sptBLlibrineBlinkBBd dBd d«BpGtrice ormai matura, tradita dal compagno intellettuale pieno di boria, ma senza contenuti. E alla fine quell’inquietante manichino (ideato da Annalisa Ciaramella) seduto di spalle assolve la sua funzione in scena Rosaria gira la sedia e mostra agli spettatori il petto appena trafitto, di quell’uomo simbolo, causa delle sofferenze femminili. Poi, Rosaria rimette gli indumenti nella borsa e se ne va. Riappare sdrammatizzando lo spettacolo con un monologo di comicit  pirotecnica che ha come bersaglio la virilit  del maschio. Strappando risate e applausi a raffica.

In foto una scena di "Vacanze turche" da sinistra, De Cicco e Mirabella

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