In foto, due momenti dell'incontri
In foto, due momenti dell’incontri

Mecenate grazie all’art bonus. Come si può diventarlo lo ha spiegato l’Associazione Macs (mecenati per l’arte, il cinema e lo sport), in un recente incontro napoletano a  Palazzo San Teodoro. Un’iniziativa nata per coinvolgere i privati nel sostegno alle arti.
All’evento c’erano numerose figure di spicco della nostra cultura, tra cui il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger, il direttore del Parco Archeologico di Paestum Gabriel Zuchtriegel , la sovrintendente al Teatro San Carlo Rosanna Purchia e naturalmente il Founder dell’associazione, il notaio Roberto Dante che ha fatto gli onori di casa.
Come si muove concretamente la Macs nell’ambito dei beni culturali? Con lo strumento dell’ Art bonus, ossia agevolazioni fiscali finalizzate a facilitare e incentivare le donazioni economiche all’arte da parte dei sostenitori privati, grazie al Decreto Legge del 31 maggio 2014 aggiornato poi al 30 aprile 2019 sulle Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo.
I progetti realizzati fino a oggi sono stati molti e quelli in fase di organizzazione altrettanti. Alcuni esempi: Rosanna Purchia del Teatro San Carlo ha parlato di come alcune borse di studio per i giovanissimi che vogliano intraprendere un percorso di studi presso il Teatro siano elargite attraverso l’Art bonus quasi ogni anno; il direttore Bellenger ha mostrato alcuni interventi di manutenzione del parco di Capodimonte e diverse acquisizioni e restauri andati a buon fine proprio per merito dell’ Art bonus.
«Il discorso inerente a poli museali o punti di riferimento artistici così importanti non deve far credere però che sia necessario predisporre per forza di grosse cifre, come si può pensare in un primo momento»  ha sottolineato Purchia. E’ infatti fondamentale far passare il messaggio che chiunque può utilizzare questo strumento per contribuire al rilancio del nostro patrimonio.
Creare nuovi mecenati è dunque possibile? Facciamo brevemente un salto alle origini.
Gaio Cilnio Mecenate fu un influente consigliere e alleato dell’Imperatore Augusto, che creò un piccolo gruppo di intellettuali e poeti attorno a sé, sostenendoli materialmente ed economicamente nelle loro attività artistiche.
Andando avanti nel corso della storia, incontriamo uno dei mecenati più famosi  cioè  Lorenzo il Magnifico della famiglia De’Medici e naturalmente non possiamo dimenticare il ruolo che anche la Chiesa ha sempre svolto in questo ambito, così come le Banche. E gli artisti mettevano a disposizione il proprio talento quale valore aggiunto alla potenza e all’immagine dei benefattori.
Per arrivare infine a tempi più recenti con un mecenate d’impresa come J.D. Rockefeller,  uno degli imprenditori più potenti al mondo. Inutile sottolineare la forte componente politica che da sempre è intrinseca a queste operazioni.
Quindi lo “scopritore di talenti” e sostenitore amplifica il proprio raggio d’azione, finanzia spazi culturali, restauri e nuove acquisizioni.  Con la differenza che oggi si sta diffondendo il mecenatismo anche in forme più piccole e proprio da parte di chi non possiede ingenti capitali.
Oggi fondazioni, associazioni e giovani privati non ambiscono a donare per rafforzare la proprio posizione sociale ma più che altro partono da un’idea di compartecipazione alla mission della valorizzazione e questo contribuisce a creare un panorama molto più dinamico e aperto di mecenati, che prima erano considerati una nicchia.
Un’utile chiave di lettura per sensibilizzare quanto più pubblico possibile alla cura del nostro Bel Paese. Sperando in uno snellimento sempre maggiore della burocrazia che troppo spesso non favorisce interventi e realizzazioni in tempi brevi.
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