“Quella luce invisibile” è il titolo della mostra fotografica di Giuseppe Serrapica visitabile al Pan fino al 14 giugno. Scafetese, classe ’72, per la sua prima personale ci fa entrare in una particolare fase della sua vita, mostrandoci il tempo trascorso con la madre Brigida malata di Alzheimer. Dai momenti più intimi e toccanti a quelli passati ricordando il lavoro nei campi, dagli attimi di avvilimento, ai gesti più teneri.


Sette anni riportati quasi tutti in bianco e nero, in cui la luce e l’ombra sono contrasti ben calibrati a ricordare vita e morte insieme, che si snodano lungo le pareti.
L’obiettivo di Giuseppe inquadra una quotidianità fatta di sorrisi accennati, di sguardi pensosi, un po’ di vento e carezze. Sua madre era una contadina, il viso pieno di lavoro e le mani fatte di terra. Foto di interni silenziosi come la memoria sfuggente ed esterni pieni di luce, come quella che brucia i campi.
La fragilità e la delicatezza diventano il vero messaggio del reportage, quel contatto umano che in questo ultimo periodo ci è stato forzatamente tolto, la cura di cui tutti abbiamo bisogno non soltanto nel momento della tragicità ma vista come una costante per tutto il tempo della nostra vita.
La pandemia ci ha soffiato sui nervi scoperti: quanto riusciamo a sentire il dolore altrui? Riusciamo a immedesimarci, a essere empatici quando leggiamo una storia, quando guardiamo una foto ?
 È sua madre ma potrebbe essere anche un nostro caro a cui abbiamo lavato la schiena, aggiustato le coperte prima di dormire, con cui abbiamo condiviso rassicuranti gesti abitudinari.

Bellissimo il ricordo/installazione della bicicletta con la zappa sul finire del percorso-mostra, quasi Brigida avesse rimesso al loro posto i ferri del mestiere per riposarsi al calore della “luce invisibile” .
Una mostra per non dimenticarsi di restare umani con chi abbiamo più vicino a noi, perché possa esserci di insegnamento per esserlo anche con chi reputiamo “estraneo”, “straniero” o altro da noi.
©Riproduzione riservata 

In questa pagina, immagini della mostra

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