

Serigrafia su lino 100x100cm
Collezione Privata
Esiste un filo sottile, fatto di segni, materia e pensiero, che unisce tutte le espressioni artistiche di Pablo Picasso. Un filo che la mostra di Napoli “Picasso. Il linguaggio delle idee” (foto), cerca di illustrare e approfondire. Aperta fino al 28 settembre 2025 nella monumentale basilica della Pietrasanta di Napoli, l’esposizione è patrocinata dal Consolato di Spagna e dall’Istituto Cervantes di Napoli.
Il percorso si sviluppa in 8 sezioni tematiche – Picasso, Arlecchino e i saltimbanchi; le Tricorne; le incisioni; le ceramiche; Paloma; manifesti; l’amico vagabondo divertente; le fotografie – e racconta l’eclettismo del maestro attraverso forme espressive differenti. Non si tratta di un’antologica in senso stretto, ma di un racconto tematico e trasversale dell’universo picassiano: un lessico visivo costruito nel tempo attraverso tecniche, esperienze e relazioni. Ne emerge l’immagine di un artista inquieto, sperimentatore incessante, profondamente radicato nel suo tempo ma capace di dialogare con ogni epoca.
Curata da Joan Abelló e Stefano Oliviero, la mostra raccoglie oltre 100 opere tra ceramiche, disegni, acqueforti, fotografie, manifesti e incisioni, provenienti da importanti collezioni private europee. L’intento non è solo celebrare la grandezza del maestro, ma anche mettere in luce la sua straordinaria capacità di reinventarsi costantemente, muovendosi con naturalezza dall’arte colta alla sperimentazione popolare.
L’arte come idea: oltre lo stile
L’intero percorso espositivo ruota attorno a un concetto chiave: Picasso non ha uno stile, ma un linguaggio fatto di idee. In ogni fase della sua produzione, ciò che guida il processo creativo è la volontà di esplorare nuove possibilità formali, sfidare le convenzioni, contaminare generi e tecniche.
La ceramica, ad esempio, diventa nel secondo dopoguerra un terreno fertile per la sua ricerca, offrendo l’opportunità di rileggere l’arte antica. «Per me non c’è passato né futuro nell’arte. Se un’opera d’arte non può vivere nel presente, non deve essere considerata affatto». Le forme e i temi delle sue ceramiche richiamano le antiche civiltà mediterranee, nella convinzione che «l’arte dei greci, degli egizi, dei grandi pittori vissuti in altre epoche non è arte del passato. Forse è più viva oggi di quanto lo sia mai stata».
A Vallauris, in Provenza, Picasso apprende e rinnova l’arte ceramica, trasformando vasi, piatti e brocche in opere cariche di ironia, eros e simbolismo. Le ceramiche in mostra, tutte originali, testimoniano una delle fasi più libere e felici della sua produzione.

Pablo Picasso 1922
Collezione Privata
© Succession Picasso, by SIAE 2025
La dimensione artigianale e la grafica d’autore
Arte e magia sembrano descrivere perfettamente il mondo grafico di Picasso. «lChe cos’è l’arte? Se lo sapessi, mi guarderei bene dal rivelarlo. Io non cerco, trovo». (Pablo Picasso, dalla rivista Formes, Parigi, 2 maggio 1930). La sua passione per la grafica nasce nei primi decenni del Novecento, con l’esplorazione di incisione, acquaforte, acquatinta e litografia. Le sue opere rappresentano soggetti cari all’artista e figure della mitologia classica.
Nel 1945, l’incontro con il tipografo Fernand Mourlot dà inizio a una delle stagioni più significative per la grafica di Picasso: un’arte attenta alla serialità e all’accessibilità. Negli anni successivi realizza numerosi manifesti, anche a sfondo sociale, come il celebre manifesto del Congresso mondiale per la pace di Parigi (1949), con la colomba scelta da Louis Aragon.
La mostra propone un’ampia selezione di incisioni e litografie, testimoniando la relazione diretta dell’artista con il materiale e l’importanza attribuita alla comunicazione visiva. La grafica, per Picasso, è una nobile arte fatta di tecnica, creatività e poesia.
Gli amici fotografi: Edward Quinn e André Villers
Una sezione è dedicata ai fotografi Edward Quinn e André Villers, che ritraggono Picasso nella quotidianità: al lavoro, in famiglia, nei momenti di gioco. Intimi amici dell’artista, hanno condiviso con lui emozioni e riflessioni, oggi testimoniate da scatti di grande espressività, molti dei quali raramente esposti in Italia.
Le immagini mostrano un Picasso estroso, ironico, affascinante ma anche vulnerabile, lontano dal cliché del “genio tormentato”.
Accanto alla giovane moglie e musa Jacqueline Roque, con i figli Paloma, Maya e Claude ad assistere una corrida, oppure in travestimenti scherzosi: le fotografie raccontano un artista che ha saputo fondere vita e arte in una simbiosi felice.

Spanish Pitcher
Pablo Picasso 1954
Ceramica
22,5 x 11,5 x 1,24 cm
Alain Raimè «A.R. 244»
Ed. Madoura, multipli originali Collezione Privata
© Succession Picasso, by SIAE 2025
Una tela inedita e l’omaggio a Napoli
Tra le opere più sorprendenti spicca una rara tela a olio intitolata Paesaggio lussureggiante (1930), attribuita ad Àngel Fernández de Soto, amico di giovinezza dell’artista. Più che un semplice prestito, l’opera è un omaggio alla Barcellona delle avanguardie e alle amicizie formative di Picasso prima del trasferimento a Parigi.
Non manca un richiamo al soggiorno napoletano del 1917, quando Picasso raggiunge la città in occasione della tournée dei Balletti Russi con la compagna Olga Khokhlova. Quelle giornate lasciano un segno indelebile nell’immaginario dell’artista, ispirando opere con figure come Pulcinella, Arlecchino e i saltimbanchi. La visita a Pompei e al Museo Nazionale – che all’epoca includeva anche la Pinacoteca, trasferita solo nel 1957 a Capodimonte – contribuì alla fase classicista dell’artista, evidente nei suoi dipinti e disegni dal 1917 al 1925, nonché nelle grafiche degli anni Trenta.

In un clima festoso, Picasso posa come l’eroe dell’arena in abiti misti e frivoli, con un costume stravagante (tra le altre cose, indossa una giacca da torero) davanti al cancello del giardino de La Californie. Cannes 1956
Riflessione sul ruolo della creatività oggi
«A dodici anni dipingevo come Raffaello, però ci ho messo tutta una vita per imparare a dipingere come un bambino», così Picasso descrive il lungo processo di ritorno all’essenzialità. «Tutti i bambini sono degli artisti nati; il difficile è restarlo da grandi» e «Ci si mette del tempo a diventare giovani» . Per l’artista, rimanere giovani nello spirito è una sfida continua, necessaria per non perdere la creatività originaria.
L’arte, per Picasso, è un mezzo per affrontare la vita. «La pittura non è fatta per decorare gli appartamenti. È uno strumento di guerra offensiva e difensiva contro il nemico» e ancora: «La pittura è una professione da cieco: uno non dipinge ciò che vede, ma ciò che sente, ciò che dice a se stesso riguardo a ciò che ha visto».
Nel panorama delle esposizioni contemporanee, troppo spesso orientato verso il sensazionalismo o il culto dell’immagine Picasso. Il linguaggio delle idee propone una riflessione sul senso della mostra d’arte nel mondo contemporaneo: ridare centralità al pensiero artistico e alla sua capacità di generare senso e non solo bellezza, attraverso oggetti autentici e racconti visivi curati. Un’occasione per (ri)scoprire un Picasso intimo, artigiano, pensatore, capace ancora oggi di parlare al presente. In questo senso, la mostra diventa non soltanto una celebrazione del genio di Picasso, ma una riflessione sul ruolo dell’arte oggi, sulle sue funzioni comunicative, formative e trasformative.
Picasso, che nella sua lunga carriera ha attraversato guerre, rivoluzioni, crisi personali e trasformazioni sociali epocali, è stato un artista pienamente immerso nel suo tempo, ma mai prigioniero di esso. La sua arte, continuamente rinnovata, ha sempre cercato un dialogo con il presente – un’arte fatta per pensare, interrogare, provocare. Le scelte espositive – dal focus sulla ceramica e la grafica alla presenza di fotografie intime e materiali spesso trascurati – suggeriscono che l’arte non è solo ciò che si vede, ma anche ciò che si intuisce, si tocca, si ricorda. È un laboratorio di senso, dove ogni oggetto porta con sé non solo estetica, ma anche cultura materiale, relazioni umane, geografie dell’anima.
In un momento storico in cui la fruizione culturale è spesso legata all’immediatezza e all’intrattenimento, questa mostra pone una domanda semplice ma cruciale: a cosa serve oggi l’arte? Per i curatori, serve a conoscere, a collegare, a conservare la complessità contro le semplificazioni. L’esposizione si conclude, infatti, con opere che richiamano l’amicizia, la quotidianità, il gioco – dimensioni umane e vitali, che Picasso non ha mai smesso di frequentare nella sua opera.

Deux femmes Pablo Picasso 1920
Gouache e pastello 26,5 x 20 cm
Collezione Privata
© Succession Picasso, by SIAE 2025
Visitare “Picasso. Il linguaggio delle idee” significa allora entrare in un dialogo con l’artista, ma anche con se stessi. È un’occasione per interrogarsi su come guardiamo, su cosa consideriamo “arte”, su quale spazio siamo disposti a riservare al pensiero creativo nella nostra vita.
In fondo, come Picasso stesso afferma: «L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni». E questa mostra, con la sua essenzialità e la sua forza silenziosa, sembra voler fare proprio questo.
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