Il corpo della scultura in quattro mirabili e quanto mai differenti visioni creative.  È ancora in corso la mostra Virginem=Partena allo spazio Nabi interior design di via Chiatamone 5. Troppo bella per archiviarla con la fine del 2019, la curatrice e padrona di casa Biancamaria Santangelo ha ben pensato di prorogarne la visibilità fino al 25 gennaio, portando così nel 2020 un pezzetto di questa visione a quattro che ha fatto tanto parlare di se.

E intanto questo venerdì 10 gennaio, a partire dalle 18, il professor Antimo Cesaro terrà proprio in questo spazio osmotico tra arte e design, una “Conversazione semiseria sull’inutilità dell’arte” insieme con un brindisi bene augurante per il nuovo ventennio appena cominciato.
Pasquale Manzo, MoraleS, Emanuele Scuotto, Marcello Silvestre, i protagonisti di un percorso che sorprende a ogni passo per la profondità dei messaggi espressi congiuntamente a una qualità tecnica davvero impressionante. Della mostra ne ha parlato tutta Italia, puntando l’obiettivo su una della variegate opere esposte: un chiaro messaggio di contrarietà alle politiche  di Matteo Salvini. Ma il resto del percorso merita attenzione e svariate considerazioni.
Nella prima sala le opere di Emanuele Scuotto fanno da apripista al percorso. Tra tutte campeggia un meraviglioso Cristo che fuoriesce dalle pareti, in compagnia di quegli archetipi che la Napoli superstiziosa venera per amore e timore insieme (San Gennaro, La Bella Mbriana, Ex Voto). La loro rappresentazione, tutt’altro che scontata, rifugge i canoni della tradizione per restituirne l’essenza in una veste del tutto nuova e senza tempo.
Anche MoraleS (alias di Salvatore Scuotto) ripone in un cassetto gli anni di esperienza presepiale con La Scarabattola per concentrarsi su una visione dell’arte dove il messaggio prende il sopravvento anche su una materia plasmata a regola d’arte e l’aderenza alla realtà, la necessità di prendere parte attivamente alle vicende storiche e politiche del tempo esce fuori con grande irruenza comunicativa.
Le sculture di Pasquale Manzo parlano il linguaggio della poesia. Il suo pulcinella, il San Gennaro, La sirena Partenope si spogliano definitivamente dell’accento folkloristico per ” proiettarsi verso l’infinito”. In altri lavori indaga sul rapporto tra identità reale e identità costruita: le maschere dell’apparenza che viaggiano sul filo della rete globale.
Marcello Silvestre fa uso di una costruzione dell’immagine prese in prestito dal design, il software 3D, per tirare fuori visioni urbane e umane con un linguaggio che rende bene la complessità del rapporto tra uomo e la città.
Il percorso è fortemente valorizzato dal progetto illuminotecnico di Luigi Leonardi che scolpisci ulteriormente le figure con l’uso della luce.
Infine, una mostra nella mostra: la presentazione, sala per sala, di ogni singolo artista attraverso la realizzazione di un video-documentario e di alcuni scatti fotografici, a cura di Diego Santangelo della SantangeloIIIIstudios.
«Quando l’espressione artistica partenopea riesce a trovare il suo spazio nella fusione tra architettura e interior design, è allora che va colta l’occasione per presentarla al mondo come paradigma universale – spiega Biancamaria Santangelo, interior designer e art director di Nabi Interior Design. Virginem=Partena è un tributo nei confronti di una Napoli dal carattere cosmopolita: una realtà forte di miti, costumi e pratiche ancestrali, ma capace al contempo di vivere e farsi vivere attraverso molteplici identità».
A partire da Virginem=Partena una sala di Nabi Design sarà in pianta stabile dedicata alla creazione di eventi espositivi.
©Riproduzione riservata 

In copertina, il Cristo di Emanuele Scuotto; nella gallery, alcune tra le opere in mostra di Pasquale Manzo, MoraleS , Emanuele Scuotto, Marcello Silvestre,

Per saperne di più
www.nabidesign.eu

 

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