“Nelle battute finali del mio libro ho sintetizzato tutto quanto mi piacerebbe trasferire ai giovani. Sopra ogni cosa ho tentato di comunicare loro che non bisogna smettere di sognare la speranza e di credere nel cambiamento e nella possibilit  di realizzarlo. In questo e non in altro consiste l’ “esercizio genitoriale” più importante.”

Cos Nunzia Frezza, durante la presentazione tenutasi presso la sede del Forum delle culture, chiarisce uno dei tanti significati che attraversano la trama della sua ultima prova letteraria, “Il ponte verso la citt ” (Edizione Gruppo Albatros il Filo, 144 pagine), un’opera dal ritmo cinematografico, in cui si intrecciano le giovani vite di Elena, Anna, Giuseppe e Antonio.

Ambientato durante i giorni della resistenza, il libro guarda a quelle esperienze “minori” che, malgrado il tono dimesso rispetto alle grandi vicende della grande Storia, hanno contribuito a segnare irreversibilmente il futuro delle piccole comunit , di quelli che un tempo rappresentavano i borghi lontani e separati dalla citt .

Il ponte è il ponte di Bellaria edificato in epoca borbonica da Ferdinando II sul cavone di Miano, quartiere in cui la scrittrice ha trascorso la sua giovinezza.

Nel suo libro Nicoletta Frezza raccoglie i racconti “attorno al braciere”, le memorie dei nonni e dei genitori per documentare la partecipazione di giovani partigiani meridionali alla liberazione dal nazi-fascismo. Scritto con semplicit  e passione, ricostruisce la ritirata dei tedeschi attraverso lo sguardo di una piccola comunit , affrontando i rischi di un tradizione orale, che, se da un lato può essere oggetto di mistificazioni, dall’altro costituisce un’ importante difesa contro la volatilizzazione delle piccole storie di frontiera, ai margini rispetto a quella rappresentata dai vincitori.

“Avvertivo come pressante la necessit  di rinnovare la memoria della mia infanzia, di ricucire gli strappi del tempo – continua Frezza – prima di concludere l’incontro con una piccola confidenza.

“Al titolo è legato un aneddoto interessante. In prima battuta avevo pensato ad “Oltre il ponte”, ma poi digitandolo su internet mi sono accorta che questo è il titolo di una poesia di Calvino, che esprime perfettamente il senso delle mie pagine e la volont  di spronare i giovani a non arrendersi. Per questo motivo ho deciso di lasciare che la poesia introducesse il racconto, per aprire la strada ad un futuro migliore appena oltre il ponte.”

Alcuni versi della poesia di Calvino.
Avevamo vent’anni e oltre il ponte

oltre il ponte ch’e` in mano nemica

vedevam l’altra riva, la vita

tutto il bene del mondo oltre il ponte.

Nella foto, la copertina del volume

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