A Stabiae una nuova campagna di scavi condotta dal Museo Ermitage di San Pietroburgo. Continua l’indagine dell’ambiente 71 di villa Arianna iniziata lo scorso anno nell’ambito del progetto di scavo e restauro condotto sotto la direzione scientifica del Parco Archeologico di Pompei e con il coordinamento della Fondazione RAS (Restoring Ancient Stabiae). L’ambiente 71 dell’antica villa è un criptoportico probabilmente in fase di rifunzionalizzazione prima dell’eruzione nel 79 d.C.
Le indagini condotte sul lungo corridoio, già in parte oggetto di un intervento di pulitura e restauro nell’estate 2017, hanno confermato che l’intero ambiente nel XVIII secolo, a conclusione delle campagne di scavo condotte dai Borbone, fosse stato utilizzato come area di discarica di una gran quantità di elementi provenienti da vari settori di Villa Arianna.
Tra i tanti materiali rinvenuti, numerosi resti di anfore contenenti calce, due ollette di terracotta al cui interno si conservavano ancora tracce di pigmenti rossi e verdi e un abbondante accumulo di laterizi tritati.
L’elemento di maggiore interesse emerso nel corso della campagna l’anno scorso, un tratto integro del crollo di parte del soffitto e i resti dello strato di intonaco dell’incannucciata dell’ambiente 71.
Il progetto dell’estate 2018 si estende verso sud (su ulteriori 30 mq) per acquisire maggiori informazioni sulle dinamiche di scavo del XVIII secolo e sullo stato di questo settore della villa negli istanti  precedenti la sua distruzione nel 79 d.C.
Il gruppo di lavoro, composto da 13 archeologi e restauratori di nazionalità russa e italiana, è stato impegnato sia in attività di scavo e restauro sia nello studio preliminare dei numerosi materiali rinvenuti nello strato di rinterro borbonico.
In foto, uno dei reperti rinvenuti

 

 

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