In una saletta della biblioteca nazionale, un nugolo di appassionati si appresta a partecipare all’incontro di lettura organizzato dall’associazione a” A Voce Alta” (rappresentata da Marinella Pomarici), ente dedito alla promozione culturale a Napoli, ma anche su tutto il territorio nazionale, attraverso l’organizzazione di reading e di altre attivit  (per saperne di più www.avocealta.net). L’incontro d  il via all linaugurazione della mostra “Pap  Hemingway-immagini e parole”(aperta sino a venerd 28 ottobre, dalle 9- alle 18,) nella sezione americana della biblioteca di palazzo reale a Napoli. La rassegna celebra i cinquant’anni dalla morte dello scrittore/giornalista americano.
“Non abbiamo voluto fare una cosa istituzionale”- spiega Lucia Marinelli, organizzatrice dell’evento insieme a Giuseppe Pasino e Luigi D’Amato. "Anche perch Hemingway non è mai stato amato dalla critica ed è per questo che abbiamo lasciato spazio ai lettori che ne sono appassionati”.
Un ricordo dello scrittore, oltre la mera celebrazione dell’artista, ormai riconosciuto universalmente come uno dei maggiori innovatori della scrittura contemporanea, spesso osteggiato nel periodo ante-bellum dai suoi colleghi, soprattutto in Italia dopo quella sua “sciagurata” frase su Mussolini, da lui definito “il più grande bluff d’Europa” .
Lontano dalle etichette e dalle stereo tipizzazioni dei letterati dell’epoca, si sottolinea la sua influenza su intere generazioni affidando alla voce dei suoi lettori la rievocazione di immagini perdute nel tempo, attraverso la lettura di brani tratti da “II vecchio e il mare” , ” I 49 racconti ” e “Addio alle armi”.
I visitatori della la mostra, allestita in una sala vicina, passeggiano tra quotidiani, magazine e libri che raccontano la vita dello scrittore attraverso immagini e parole in un intreccio che suscita curiosit . L’esposizione si articola in tre sezioni. La prima “Life of Hemingway” è una raccolta di immagini della patinata stampa americana che immortalano Hemingway in uno stile quasi pubblicitario, caro agli anni ’50. Nella seconda, intitolata “2 luglio 1961 nada pues nada”, la morte di Hemingway vista da casa nostra, con le prime pagine dei quotidiani nazionali ancora incerti tra l’atroce fatalit  e il tragico suicidio. Infine , “Hemingway e noi”, una nutrita collezione delle prime traduzioni italiane dello scrittore americano, tra le quali spiccano le edizioni tradotte dalla genovese Fernanda Pivano per la quale la scrittrice ebbe “vicissitudini”con il regime fascista fino a essere addirittura arrestata, a causa dell’antimilitarismo del romanzo, che peraltro sar  pubblicato in Italia solo nel 1949.

In alto, una’immagine dello scrittore americano Ernest Hemingway

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