Parchi di divertimento, addio? L’emergenza Covid porterà al fallimento 5mila imprese dello spettacolo viaggiante italiano. A rischio il futuro di oltre 20mila persone impiegate nel settore.
E’ il grido d’allarme lanciato dai rappresentanti dell’Anesv, sigla che, all’interno dell’Agis, raccoglie e tutela in Italia queste attività.
 Un comparto ignorato, dopo lo tsunami Coronavirus. «Anche noi come tutti – sottolinea Diego Guida, tesoriere nazionale Anesv e segretario generale delle sezioni Campania, Calabria e Sicilia – ci siamo trovati di punto in bianco a fronteggiare l’immensa crisi dovuta all’emergenza. I luna park stanziali sono stati chiusi e il calendario di quelli viaggianti è stato soppresso, i parchi giochi cittadini, nei giardini comunali o in locali al coperto, hanno cessato le attività. Molti esercenti e tante compagnie, per loro natura itineranti, si trovano tuttora bloccati con le proprie carovane presso i Comuni dove erano installati prima dell’emergenza».
Una situazione insostenibile per una categoria di lavoratori composta in genere da imprese familiari, il cui unico reddito è costituito dalla gestione delle proprie attrazioni. E non c’è nulla che faccia presagire una svolta in questa cortina di silenzio.
Spiega Guida: «Siamo pronti a dialogare in primis con le Regioni, per definire tempi e modalità che ci consentano di affrontare in sicurezza la nostra Fase 2, ma nel frattempo è prioritario mettere i nostri associati in condizione di rispettare scadenze e impegni economici come pagare le rate dei finanziamenti bancari, gli oneri previdenziali o fiscali e, contemporaneamente, farli sopravvivere e stiamo parlando di oltre 20.000 lavoratori che compongono circa 5.000 imprese».
Con l’acqua alla gola, la sopravvivenza diventa impossibile. Conclude  Guida: «Il fattore tempo può costituire una pericolosa deriva. Basti pensare al Mibact che gestisce i Fondi (130 milioni di euro) previsti nel Cura Italia per le emergenze nei settori spettacolo, cinema e audiovisivo, ma che al momento non ha ancora provveduto all’istituzione delle relative procedure che consentirebbe l’erogazione di tali finanziamenti. Ci auguriamo che questo avvenga quanto prima, sperando che nella logica delle ripartizioni si tenga in debita considerazione anche il nostro settore così che veramente nessuno sia lasciato solo come da mesi ci sentiamo dire».
In alto, una giostra che sembra far parte ormai di un mondo lontano

 

 

 

 

 

 

 

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