C’era una volta il Mezzogiorno, citato in Costituzione (art. 119), la finalità istituzionale era valorizzare quella parte dell’Italia per legge, nel rispetto di un equilibrio tra parti del paese. Poi nel 2001 la riforma costituzionale ne cancellò il termine e si introdusse il federalismo e l’autonomia differenziata per le Regioni.
Comincia con questo pensiero il libro Zero al Sud del giornalista del Mattino – Marco Esposito. Zero al Sud non è soltanto una metafora, ma la tragica trasposizione di tecnicismi numerici e contabili che portano in tantissime parti del Sud a concepire “zero” trasferimenti statali per servizi pubblici essenziali, come per gli asili nido.

Qui sopra, la copertina del libro. In alto, un asilo nido: il Sud è sempre penalizzato
Qui sopra, la copertina del libro. In alto, un asilo nido: il Sud è sempre penalizzato

Il ragionamento nasce da lontano e sicuramente per la combinazione di due elementi principali, così come afferma Gianfranco Viesti, docente di Economia applicata presso l’Università di Bari, nella prefazione: la crescente avversione all’intervento pubblico in sé e il disegno leghista di concentrare le risorse disponibili sui propri territori di elezione, premiando in primo luogo i propri cittadini; e quindi riducendo gli interventi nel Mezzogiorno.
Marco Esposito accompagna per mano il lettore, parte dai prodromi di una discussione che negli ultimi anni ha saputo rimettere al centro il tema della perequazione tra Nord e Sud; chi deve dare a chi, dove e per quali finalità. Insomma, parte daccapo per arrivare, con linguaggio chiaro e diretto, a far capire nefandezze e colpi bassi del legislatore, la protervia e l’arroganza di alcuni governatori del Nord, un Parlamento troppo spesso distratto, i Governi a trazione nordista e, su tutto, la completa assenza di una classe dirigente meridionale che sapesse contrastare un “disegno criminale”. A mio avviso la sconfitta più grave.
Questo libro ha un grande merito: aver svegliato le coscienze di una parte del paese, questa parte. La magistrale interpretazione del linguaggio istituzionale adoperato dal giornalista, a differenza di quello volutamente criptico, è stata concepita per rivolgersi ai più ed alla portata di tutti, anche a quelli fintamente sordi. Il merito risulterà ancora maggiore poiché innervato in un “deserto politico”, nella completa assenza e/o ritardo di elaborazione delle forze sociali e della non più incisività dei partiti politici. Colma un vuoto (istituzionale) ma non ne riempie un altro (politico), perché ancora nessuno si è dimostrato all’altezza di prenderne quel testimone e spingerlo più avanti. Una elaborazione d’avanguardia quella di Marco Esposito ancora non del tutto metabolizzata, come spesso succede.
La pubblicazione segna uno spartiacque, da questo momento in poi, è il caso di dire, è più chiaro come in Italia vengono considerate le comunità del sud. Dimensioni nulle, dove non esiste un servizio pubblico, “luoghi zero”, dove non bisogna prevedere finanziamenti pubblici laddove mancano servizi essenziali. Con questo sistema diventa legge prevedere “zero” asili nido, tra gli altri in Comuni come Giugliano, Casoria, Pozzuoli, Portici, San Giorgio a Cremano, Ercolano.
Istruzione, sanità, trasporto pubblico, ovvero tutto ciò che eleva o condanna la qualità della vita, i bisogni essenziali come minimo comune denominatore per ogni cittadino, diventano farlocchi, perché la loro finanziabilità pubblica sarà basa su calcoli non veritieri. Così si dipana l’inganno nei confronti del Sud.
Uno Stato a due (se non addirittura a tre) velocità, dove dare di più ai ricchi e meno ai poveri diventa regola, legge, modo di pensare e discutere. E’ perciò importante provare a raccogliere il testimone di questa opera letteraria che lancia una grande operazione verità nei rapporti tra Nord e Sud, renderla strumento in cammino di certezza e giustezza.
Far crescere la matura consapevolezza nei territori del Mezzogiorno della portata dell’inganno storico perpetuato da istituzioni volutamente “distratte”, ovvero contrastare quei gruppi di interesse che devono legittimare livelli di spesa pubblica di gran luna superiori al Nord e spostare in quella parte del territorio le fette più grandi di una torta sempre più piccola.
Con questo eccellente contributo messo a disposizione dal giornalista del Mattino – Marco Esposito, che ha dimostrato la scientificità del “grande inganno” di questa Italietta, è appena il caso di appropriarci di queste elaborazioni per provare a capovolgere l’impostazione politica e culturale dei rapporti tra le due parti del paese. Ovvero cominciare a convincerci che la solidarietà tra parti diverse non è un’elemosina da fare al Sud, ma condizioni di partenza uguali, minimo comune denominatore e pari diritti di cittadinanza. Un processo orizzontale e non di prevaricazione, basato su dati chiari, certi, ma innanzitutto interpretati da soggetti trasparenti, al di sopra delle parti ed espressioni vere di rappresentanza di interessi generali.

RISPONDI

This site is protected by reCAPTCHA and the Google Privacy Policy and Terms of Service apply.