Sabato 2 aprile, ore 1500, il parco Virgiliano, più noto come il parco della Rimembranza di Posillipo, ma meglio individuabile come parco della Vittoria o della Bellezza, voluto dall’alto commissario per la Provincia di Napoli nel 1931, si “aprir ” alla quinta edizione di “Rugby nei parchi 2016”.
Quest’anno la palla ovale correr  in tutta Italia. Roma (16 aprile), Asti (30 aprile), Verona (7 maggio), Ravenna (21 maggio) e infine Milano, il 28 maggio, con il gran finale come da tradizione all’Arena Civica.
Sei le squadre coinvolte che si occuperanno delle attivit  relative al proprio territorio e sono alcuni tra i club di maggior prestigio presenti su scala nazionale; Amatori Napoli Rugby, Unione Rugby Capitolina, Asti Rugby, CUS Verona Rugby, Ravenna Rugby, CUS Milano Rugby. Ogni squadra sar  accompagnata da una onlus che parteciper  con le proprie attivit  in ogni tappa italiana.
La formula dell’edizione 2016 ricalca quelle consolidate delle scorse edizioni e prevede due attivit  una riservata ai neofiti, a tutti quei bambini che desiderano avvicinarsi giocando al rugby, l’altra invece dedicata a chi gioca, che offrir  tornei federali e raggruppamenti per categoria. In conclusione, come da tradizione, i bambini e le famiglie vivranno insieme il classico Terzo Tempo, trasformato in una “merenda” condivisa.

La chiave del grande successo della manifestazione, che ha portato fino a oggi più di 10.000 bambini e bambine a immergersi nel mondo del rugby, risiede nella volont  di portare lo sport e i suoi valori in contesti cittadini, nello scenario delle grandi aree verdi metropolitane, creando un punto di incontro per le famiglie.

Il parco come luogo privilegiato per il gioco, dunque, ma anche come teatro per la formazione dei più piccoli, che hanno la possibilit  di avvicinarsi a questo sport e ai valori che veicola il rispetto, la condivisione, la disciplina, la partecipazione, il divertimento. E che lo rendono uno sport “sociale”, praticabile sempre.
Un pap  di un bimbo speciale che ferquenta la Amatori Napoli Rugby sottolinea «Quando nostro figlio aveva quattro anni gi  frequentavamo il GIFFAS da diverso tempo, per terapie, per problemi di tipo spettro autistico. Ora sono tre anni che gioca a Rugby e ogni volta, durante ogni partita, si può capire veramente cosa significa la parola inclusione, giocare insieme senza barriere mentali».
E poi c’è la testimonianza di una mamma «Recentemente, per i miei figli di 8 e 9 anni, ho scelto il rugby. Mi sono convinta a farlo perch ho avuto modo di conoscere questo sport attraverso amici che lo hanno amato, ma anche perch i manuali lo indicano come un ottimo modello di vita. E’ uno sport di squadra, insegna il fair play, si fonda su principi di lealt , onest  e umilt . Il rispetto per l’avversario e per l’arbitro sono i capisaldi della sua valenza educativa. Due neuropsichiatri su tre lo consigliano, più di altri, indipendentemente dalla personalit , dalla struttura fisica e dalle specifiche caratteristiche individuali del bambino».

Nella foto, bimbi impegnati a giocare in una delle precedenti edizioni della rassegna

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