Prima di luned, film di Massimo Cappelli con Vincenzo Salemme, Sandra Milo, Martina Stella, Sergio Moniz, Fabio Troiano, Andrea Di Maria, Antonio Guerriero, dal 22 settembre in tutta Italia e al cinema The Space di Napoli, nella zona di Agnano e, forse, al Metropolitan a Chiaja.Una commedia vivacemente brillante di scuola napoletana, scritta da Cappelli con Troiano e Beppe Lo Console, è ambientata a Torino e in alcune localit  piemontesi con alcune scene a Napoli. Storia divertente, complessa, con colpi di scena imprevisti dinamici, esilaranti, vivaci.
Due giganteschi uova di Pasqua, uno di cioccolata e l’altro con una sorpresa misteriosa, coperti in una raffinata carta dorata fiammeggiante posti su una scrivania nel mese di agosto, creano mistero, incubi, affanni, nei tre giovani gi  coinvolti in problemi esistenziali. Stella in Penelope, suo fratello Andrea è Di Maria, il suo ex fidanzato Marco (Troiano), sono vittime di Carlito che affida loro, sotto minacce di morte, di portare un uovo da Torino a Torre del Greco il giorno prima del matrimonio di Martina (Penelope).
Salemme nel ruolo di Carlito, è il classico personaggio di Viviani. Spregiudicato, rissoso, collezionista di vecchie Fiat 500, proprietario di supermercati, abile nel trafugare preziose opere d’arte, sempre affiancato da Guerriero, servile sciocco noioso bodyguard.
In ogni opera creata da un artista, il distratto e inesperto fruitore cerca il “messaggio” che vede spesso solo nell’amore. Pittura, romanzo, spettacolo, non sono cassette delle lettere, sms, mail, ma solo arte che, in quanto tale, fa meditare, stimola alla conoscenza, cultura, fratellanza, pace, democrazia. Chi fa arte rifiuta la guerra che blocca lo sviluppo economico, sociale, culturale, distruggendo monumenti e musei testimoni della storia del popolo. In ogni dramma o commedia c’è l’amore tra i due sessi o per lo stesso.
Nella Crocifissione di Masaccio, opera più drammatica della Cacciata, la Maddalena con mani tese immersa in una macchia gialla, quasi astratta, avvolge nel suo intimo il dolore della morte del suo amante. Il “messaggio” è nell’assenza di Pietro e degli altri. Nella Gioconda, i due sessi nello stesso sguardo, la parit  tra uomo e donna, è protagonista la Natura, unica fonte di ispirazione per artisti e scienziati. Nella Piet  Rondanini, opera apparentemente non compiuta, il dramma non può avere volti ben definiti. Nelle tele di Fontana i sassi sono i tabù e i tagli invitano a guardare oltre le apparenze, le parole, le immagini.
Nel film di Cappelli non c’è sesso e l’amore è vissuto in modo ironico da Chanel (Milo). Bella bionda che, all’et  di 80 anni, sogna di far innamorare il giovane Andrea, campano di Sala Consilina, con gioviale malizia, forgiata negli anni, falsa innocenza. Nel film c’è passione per l’arte, la memoria, le tradizioni. Tale passione si legge nella colta e attenta scrittura tradotta in una brillante raffinata sceneggiatura che rende la visione del film momento divertente ma denso di riflessioni.
Un uovo, sacrilego furto di quello di un dinosauro custodito in un museo, le 500 Fiat, una tela di Caravaggio, il desiderio di Chanel di rivivere le emozioni della sua giovinezza, il conflittuale ricordare di Penelope e Marco del loro primo amore, sono le colonne su cui si erge il tempio della memoria e il labirinto in cui ogni essere si inoltra spinto dalla necessit  di ricordare.
Salemme rievoca le tradizioni e l’antica cultura partenopea con proverbi e modi di dire. E’ Totò, non “il principe della risata”, come è erroneamente definito, ma il docente che parla della filosofia popolare napoletana rendendola universale e, ironizzando, la confronta con la mediocrit  del pensare e del vivere corrotto del suo tempo privo di etica e moralit .
Carlito, che si atteggia a uomo spregiudicato truffatore, è, invece, il tenero affettuoso padre napoletano che piange per la lontananza della figlia con cui non ha potuto vivere accanto a lei nella sua vita di adolescente e non ha potuto accompagnarla all’altare con l’abito da sposa. Il guappo Carlito si dimostra un tenerone romantico, amico affettuoso premuroso, anzi paterno nel risolvere i problemi di Penelope, Marco e Andrea, le sue tre vittime. Con loro è Chanel.
La donna dei sogni di Andrea che quando la incontra non è colpito dal fulmine dell’amore ma stramazza privo di sensi vittima dell’infantile inganno. Il ruolo del cattivo spetta al boss Bianco(Muniz) coadiuvato da due belle statuarie vichinghe dotate di curve mozzafiato e pistole pronte a sparare.
La cultura napoletana vissuta in Torino vuole ricordare i fermenti artistici in Napoli dopo l’Unit . Una vera rivoluzione di poeti, musicisti scrittori, attori, che trasformano il dialetto napoletano in lingua come atto di ribellione alle violente umiliazioni, ad una citt  ridotta in miseria, a tanti costretti ad emigrare, al depauperamento di oro, arte, industrie meccaniche e conserviere, cantieri navali, da parte dei Savoia. Sorgono teatri, tipografie, librerie, redazioni di giornali con Serao e Scarfoglio, case discografiche, stabilimenti cinematografici.
Napoli torna a splendere di cultura tanto da stupire D’Annunzio e Marinetti che presenta il suo primo Manifesto in citt  e poi a Parigi. Dal ventennio fascista fino a qualche anno, Napoli è citt  mediocre succube dello strapotere del Nord Italia e della voluta cecit , per propri fraudolenti arricchimenti, di politici campani e napoletani seduti sugli scanni più alti del potere, che tacciono sui certi danni all’ambiente dell’Italsider e cementificio in una baia ricca di storia e archeologia e della Terra dei fuochi invasa dalla criminalit . La stessa delusione di aver combattuto per l’Unit  d’Italia è in “Dove sta Zazz ?” dov’è la Libert  per cui tanti sono morti.
Marcello Montarsi, fotografo di scena, coglie da artista le espressioni di gioia, sgomento, paura, degli attori e tralascia i luoghi urbani privi di interesse e di monumenti significativi. Il montaggio di Luciana Pandolfelli rende il film dinamico, coinvolgente in modo da non far mai distrarre lo spettatore. Le musiche ideate e dirette da Fernando Alba sono molto avvincenti e amalgamano le varie fasi del racconto. Costumi di Laura Costantini. Scenografia di Walter Caprara. Il film, durata 90′, è prodotto da Massimiliano Leone e Valentina Di Giuseppe con il sostegno finanziario di Film Commission Torino Piemonte associato con altri Enti.

Nelle foto, tre scene del film con Salemme. e, infine, il cast, quasi al completo, all’anteprima del Med

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