Elena Bonelli presenta la biografia romanzata di un’icona della canzone popolare romana: in “Io Gabriella Ferri. Una storia italiana” è la stessa cantante, scomparsa nel 2004, a raccontarsi in un’emozionante prima persona.
La sua è una storia fatta di sacrifici, di atti di coraggio, di successi e di fallimenti, di relazioni speciali, di grandi dolori e, soprattutto, di amore per la musica. Gabriella Ferri è stata una donna libera e priva di filtri, che sapeva bene cosa voleva e ha difeso i suoi sogni con le unghie e con i denti; originaria del quartiere popolare di Testaccio, la Ferri esaltò in tutta la sua carriera l’amore per la romanità e per il dialetto romanesco, proponendo brani della tradizione o componendone di nuovi ma sempre legati a quell’importante retaggio.
L’artista ebbe al suo fianco dei collaboratori d’eccezione – si ricorda, ad esempio, Ennio Morricone – e pubblicò diversi album non solo di canzoni in dialetto romanesco ma anche in quello napoletano. L’incontro con Renzo Arbore, con cui ebbe anche un’intensa relazione amorosa, la spinse inoltre a guardare al di là dei confini italiani: in Portogallo e, in seguito, in Sudamerica, alla ricerca di nuove suggestioni.
«Renzo mi ripeteva che Amalia Rodrigues era un vero e proprio emblema della “saudade” lusitana, così come io lo ero allo stesso modo della canzone romana. In realtà, queste due melodie popolari sono simili, anche perché la canzone romana è principalmente nostalgica e a volte un po’ triste, se non drammatica […] Solo adesso me ne rendo conto, ma posso dire che quelli sono stati gli anni della consapevolezza, in cui ho realizzato che nella vita avrei voluto fare soltanto questo: cantare e suonare tutte le gemme della cosiddetta cultura musicale popolare».
Gabriella Ferri era convinta che quel tipo di musica, da qualunque paese provenisse, fosse la viva e autentica espressione dei sentimenti del popolo, in cui si riconosceva pienamente; grazie a quelle melodie nostalgiche e allo stesso tempo ironiche – specialmente se si considerano gli stornelli romani – la Ferri ha trovato un luogo in cui esprimere ciò che aveva dentro, il suo struggimento così come la sua indole scanzonata. In quest’opera si racconta la complessa personalità e la carriera di una tra le maggiori interpreti della canzone popolare, e nel mentre si offre un accurato ritratto degli anni in cui si affermò e delle peculiari atmosfere di un’Italia completamente diversa da quella odierna.
L’opera si chiude con un omaggio poetico dedicato alla Ferri del noto drammaturgo, regista, sceneggiatore e autore televisivo Pier Francesco Pingitore. (Marco Losino)
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