Chi ha vissuto gli anni di piombo ricorda bene il suo nome che  ha segnato una scia di sangue. Il nome di Barbara Balzerani è legato alle Brigate rosse e al sequestro Moro. Una terrorista che non si è né pentita né dissociata dalla lotta armata. Da anni scrittrice. E giovedì 4 maggio sarà da evaluna libreria, a Napoli in Piazza Bellini, alle 19.30, per un incontro sul tema La letteratura come tempo d’attesa, come tempo rivoluzionario. Con lei converseranno Emma Campili, Silvia De Bernardinis e Carmen Vicinanza tra parole scelte tra i suoi cinque libri editi da DeriveApprodi (Compagna luna, La sirena delle cinque, Perché io perché non tu, Cronaca di un’attesa, Lascia che il mare entri).
La sua scrittura somiglia a uno specchio andato in pezzi, metafora di una vita frantumata. Fotografia di uno stato di solitudine per la scomparsa di un mondo di relazioni. Smarrita in un territorio diventato estraneo. E tenta, così, di riconnettere una storia collettiva attraverso le diverse stagioni della propria esistenza.
Ascolta il silenzio, Balzerani. Cercado le ragioni di un insostenibile presente, mettendo distanza, tornando indietro, fin dove è ancora possibile vedere e sentire. Una memoria visionaria la guida per ritrovare parole di senso e descrivere una fine corsa senza più fiato e attese. Forse ha sognato, forse non è successo nulla…
Ma la memoria è là a raccontare che c’è sempre possibilità di scelta e che il tempo presente è solo l’ultimo, non l’unico. La sua narrazione accende improvvisi fasci di luce su eventi trasformati in consapevolezza di errori e sconfitte. Che non cancela , però, l’orgogliosa rivendicazione di un’etica della dignità.
In foto, Barbara Balzerani

 

 

 

 

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