È arrivato a il secondo capitolo del videogioco “Father&Son”, l’innovativo game legato alle bellezze e alle collezioni del Museo archeologico nazionale di Napoli. Dopo il clamoroso successo del primo lancio nel 2017 che ha visto più di 5 milioni di download in tutto il mondo e dopo essere stato selezionato dal Segretariato Generale del ministero della Cultura tra i progetti innovativi per promuovere attività di valorizzazione digitale degli istituti italiani, anche il sequel promette altrettanto bene.
Dopo la tappa al “We Make Future” il festival sull’Innovazione digitale e sociale alla Fiera di Rimini, la presentazione al Mann si apre con il trailer del game e le parole del direttore Paolo Giulierini sulla “gamification”, ossia l’utilizzo di elementi di gioco in contesti non ludici. Nel caso degli ambiti culturali, il videogioco diventa un nuovo modo pedagogico per avvicinare all’arte un pubblico più ampio possibile. L’utilizzo di nuovi linguaggi è sempre un esperimento ad alto rischio ma seguendo come esempio le strategie delle proposte internazionali, il Museo Mann ne è diventato il precursore sul nostro territorio.
Prodotto dal Museo stesso in collaborazione con l’associazione culturale “Tuo museo”, il cui fondatore e game designer è Fabio Viola, il sequel vede un nuovo viaggio nel tempo in cui la protagonista è Sofia, la compagna di Michael (il protagonista della prima parte), che attraversa 5 tappe ambientate in epoche diverse, da quella della Campania Etrusca fino alle Quattro giornate di Napoli.
Il team al completo per la sua realizzazione è composto dall’artista inglese Sean Wenham, dal compositore Arkadiusz Reikowski, dallo sviluppatore Francesco Bizzini e dall’animatore Angelo La Farina. Inoltre è tradotto nelle principali lingue europee, in arabo, in cinese e anche in dialetto napoletano.

Visitatrici/giocatrici al Mann; scatto di Mario Laporta/Kontrolab); in copertina, una sequenza del video

Chi tra i più fortunati e costanti terminerà il gioco, avrà inoltre la possibilità di ottenere l’ingresso gratuito al museo per tre anni, un lasso di tempo che permette anche alla platea straniera, fino ad oggi la più numerosa, di poter usufruire del premio.
La mission dell’integrazione tra esperienza fisica e digitale intrapresa in questi ultimi anni dal Museo non è soltanto quella di poter raccontare in modo diverso opere e reperti ma soprattutto di definire l’immagine di un Museo in divenire, fuori dai classici schemi di un mero contenitore statico. In questo senso infatti, non c’è soltanto il videogioco ma anche una serie di altri progetti che entro la fine di quest’anno renderanno l’Archeologico sempre più al passo con i tempi, come l’interessantissimo “Mann in colors” che darà la possibilità di mostrare le colorazioni originarie di alcune tra le opere statuarie più importanti e famose delle collezioni.
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Per saperne di più
Il videogame è scaricabile gratuitamente su Apple App Store e GooglePlay
fatherandsongame.com
tuomuseo.it

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