Più di 4.000 i visitatori alla mostra al PAN (Palazzo delle Arti di Napoli) del World Press Photo 2011 con un boom di visite registrato dal 26 dicembre in poi che piacevolmente "ha costretto" le organizzatrici della mostra a prorogarla fino a domenica 8 gennaio 2012.
L’Associazione Culturale Neapolis.Art -che si è occupata dell’organizzazione dell’evento in questione- nasce dall’incontro casuale di tre donne con tre background professionali diversi, ma complementari. Rossella Paduano, presidente dell’Associazione, che torna a Napoli dopo aver vissuto 9 anni a Lucca lavorando per la Fondazione Pucciniana e il LuccalfotoFestival; Roberta Chimenti, responsabile ufficio stampa e comunicazione, con esperienza diversificata nella comunicazione in Agenzie di Pubblicit  milanesi e collaborazioni nella Pubblica Amministrazione; Paola Trisorio, responsabile della progettazione grafica per la comunicazione dell’evento, architetto urbanista ha lavorato per diversi anni come grafica freelance.
Grazie alla fusione di queste tre donne, si è resa possibile una seconda edizione a Napoli di una delle manifestazioni fotografiche pi importanti al mondo.
Conclude la serie di lecture -svolte durante tutta la durata della mostra -Fabio Cuttica che ci presenta il suo ultimissimo lavoro.
Il tema trattato è l’immigrazione attraversando il Messico dal Guatemala fino agli Stati Uniti.
Un reportage toccante ed un argomento -purtroppo- sempre attualissimo.
I messicani, protagonisti di questi scatti, si prestano ad aiutare il fotografo ponendosi davanti l’obiettivo con gli occhi tristi ma con la voglia di raccontare ognuno la loro drammatica storia.
550.000 persone per 30.000 km senza soldi e con il pericolo di essere catturati dalle autorit  del posto, usando come mezzo di trasporto i tetti dei treni (sui vagoni merci).
Vari cambi e molte piccole stazioni dove fare una pausa tra una speranza e l’altra, pregando di riuscire di giungere a destinazione.
Quando vengono scoperti dalle forze dell’ordine, vengono sequestrati in gruppi da circa 50 persone e la cauzione da pagare varia dai 1.500 ai 5.000 $ e per coloro che non pagano, la punizione è tremendala morte.
I loro cadaveri vengono lanciati in una fosse comune ed abbandonati per non aver pagato la loro cauzione.
Nella zona del sud del Messico (per coloro che intraprendono il viaggio da l) , i controlli sono molto più ferrei.
I deportati sono circa 400.000 che dal Messico arrivano negli USA ma vengono rispediti indietro.
Per coloro che invece ce la fanno, si ricostruiscono una vita, mettono su famiglia e aprono piccole attivit  commerciali per sfamarne i componenti.
Molti di loro,essendo negli Stati Uniti da piccoli, non hanno alcun legame con la loro terra di appartenenza.
Ci spiega in più Fabio "Esistono alcune figure dal nome "Polleros" (tradotto"colui che porta i polli") che guidano gli immigrati attraverso i boschi per scorciatoie più sicure ed avanzare cos-a piccoli passi- lungo l’interminabile tragitto che li condurr  alla meta.
Ho percorso il viaggio insieme a loro per tre volte. Per i messicani, gli USA sono il Paese dei sogni".
Una frase che riassume perfettamente questo viaggio è l’esclamazione dei messicani ogni qual volta vedono arrivare il treno che dovranno prendere di corsa "EST  LLEGANDO LA BESTIA!"
(7. fine- I precedenti servizi sulla mostra 2011 sono disponibili nel nostro archivio)

Per saperne di più

www.worldpressphoto.it

In foto, uno scatto di Eugene Richards in mostra nella edizione 2010 a Napoli

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