Si potrebbe definire eclettismo poliedrico la disinvoltura formale con cui l’artista Renata Petti passa serenamente dall’architettura alla video art attraverso la scultura, la pittura, l’installazione, la digital art e la performance.
E’ recente l’acquisizione di una sua opera da parte del Museo napoletano ARCA (nel complesso monumentale di Santa Maria La Nova) si tratta dell’installazione dal titolo “La ricchezza riempie spazi che poi lascia vuoti”, un lavoro in Stoffa resinata e plastica raffigurante il peccato capitale dell’avarizia, presentato in occasione di “Seven” i sette peccati capitali, evento internazionale d’Arte Contemporanea a cura di Roberto Ronca.
Architetto per titoli e opere, la napoletana Petti sperimenta ben presto il suo vivere l’arte come una seconda pelle su cui incidere i segni di un vissuto intriso di sensibilit  e riflessione, sul tracciato di un cammino in costante divenire. I suoi interventi si dipanano sui più disparati materiali, privilegiando quello che lei chiama la madre argilla.”
L’argilla, sostanza sintesi, è il materiale madre che contiene in s tutti gli altri. Nel forno ceramico c’è un cambio di stato del materiale ed è in questo passaggio da crudo a cotto che ho bisogno di acquisire cultura se voglio essere natura”. Centrale è il rapporto con la materia e la tecnica e con il recupero della sensorialit  del passato pur restando ancorata alla contemporaneit  del presente.
“Con la ceramica è possibile creare delle piccole architetture in cui l’oggetto si relaziona con lo spazio e con lo spettatore”.
La materia argillosa diventa una pelle su cui incidere i segni della vita; è cos che dal 1995 al 2000 circa la Petti crea una vera e propria scrittura sull’argilla.
La terra utilizzata per questi progetti è una terra sigillata, ovvero decantata secondo un’ antica tradizione etrusca. Una delle ceramiche risalenti a questo periodo rievoca la forma di un frontone templare, dove file di bottiglie dalle sinuose forme costituiscono le colonne a sostegno dell’architrave, ovvero le Cariatidi di un moderno Eretteo.
“Metafore, scarti, differenze. I materiali sono metafore, ci rimandano ad altro. Dal 200O Renata Petti si rivolge verso i nuovi materiali dell’arte la cartapesta, i tessuti induriti da resina, le fibre tessili che richiamano la natura, il tutto tenendo fede al senso profondo del suo fare artistico ovvero il trattare le cose, i materiali dell’arte come una texture su cui scrivere un percorso di vita
.” Il termine testo deriva dal latino textus, texere, che significa tessere. Il testo è una trama, un tessuto di parole”.
In un’opera recente, “Geometrie 2012”, la Petti sonda il rapporto tra la geometria euclidea e non euclidea in alto, appesa ad un filo una grande molleta (frutto di una fusione in metallo)quindi un oggetto ascrivibile ad una forma geometrica dalle dimensioni calcolabili è contrapposto al di sotto di essa a un panneggio di tessuti resinati, le cui forme, curvilinee e piene di imprevedibili sfaccettature sfuggono ad un calcolo geometrico di forme prestabilite.
Resta costante e imprescindibile il rapporto nel tempo dell’artista con l’architettura “percorrere la via dell’arte significa anche dare delle indicazioni rispetto al rapporto con la citt ; oggi l’architettura cerca di indicare la via per una più adeguata razionalizzazione degli spazi in cui l’uomo ritorna a essere il centro significante dei progetti urbani”.
La produzione artistica di Renata Petti non risparmia la video art, la performance, i progetti di gruppo e perfino l’editoria. Con il gruppo Laloba crea l’installazione permanente Rami Fossili, una grande macchina di circa 15,00 x 5,00 metri di altezza, costruita con materiali naturali come il castagno e l’olmo.
L’installazione si ispira a un fossile marino ritrovato nel Matese che emerge dal terreno e “si impone allo sguardo di chi vuole esplorare e scoprire la storia e la nascita dell’Italia dal mare”.
Nel 2011 collabora con la casa editrice Il filo di Partenope che da tempo porta avanti un meraviglioso progetto di libri d’artista coniugando insieme l’arte della parola con l’arte figurativa e la scelta di materiali specifici per l’impaginazione di ogni singolo libro.
“Biserta 2011” è il titolo del libro che vede coinvolta la Petti con i suoi 100 disegni realizzati uno ad uno per le 100 copie del libro, con i versi di Franco Buffoni e la copertina del libro realizzata con un impasto di sabbia di Biserta e polvere di ebano; progetto di Lina Marigliano.

Renata Petti vive e lavora a Napoli
dove ha insegnato Discipline architettoniche presso il liceo artistico partenopeo. Ha partecipato a numerose mostre di respiro internazionale. Ha attivato con il gruppo artistico "Laloba rifletti_ il luogo" numerosi laboratori per la costruzione di oggetti teatrali, sculture, installazioni e scenografie cinematografiche.
E’ con Laloba che nel 2005 realizza a Capriati a Volturno, due grandi installazioni permanen            6                 è« «    oè  á«sptBLlibrineBlinkBBd dBd d«BpGBB«7Be«BEBBèMODEBHlèNOèBB» OJBe
BtnBBBBRpeBKKKBYBBTBB Dti, nell’ambito delle manifestazioni del "Villaggio dell’Arte", che ha coinvolto alcuni Comuni del Matese ed artisti internazionali. Partecipa alla Biennale di Venezia 52 Esposizione Internazionale d’Arte all’interno del progetto "camera 312 – promemoria per Pierre. Nell’ottobre del 2009 prende parte al progetto Chaos – mostra internazionale sul caos – presso la galleria GAS-Station di Berlino.

Prossimi eventi
La collettiva GEOGRAFIE, all’associazione Sarajevo supermarket, piazza Gesù e Maria, Napoli
info sarajevosupermarket@libero.it
tel.3289677340
Fino al 12 ottobre

XVII EDIZIONE 2012 PREMIO MASSIMO TROISI
COMUNE DI SAN GIORGIO A CREMANO – NAPOLI
Quarta edizione di "ITIN-ERARIO-D’ARTE, mostra d’arte contemporanea a cura di Peppe Pappa che si terr  in ottobre nei locali di Villa Bruno a San Giorgio a Cremano
La manifestazione intitolata "SUGGESTIONI DEL CONTEMPORANEO", è distinta in una parte espositiva e in un incontro-dibattito. La presentazione dell’evento è affidato al critico Stefano Taccone.

Nelle foto, in alto, La ricchezza riempie spazi che poi lascia vuoti. In basso, I lost my keys e Il mondo come un sasso

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