Il Madre, Museo d’arte contemporanea partenopeo, è il luogo più congeniale per ospitare una mostra dedicata al protagonista della storia d’arte d’avanguardia internazionale, tra documenti storici, opere, scritti, dell’Archivio Lucio Amelio curato dalle sorelle Anna e Giuliana e da Paola Santamaria.
ndrea Viliani, direttore del Museo, illustra a una platea affollata in sintesi il programma delle iniziative che avranno inizio in autunno in occasione della X edizione della
“Giornata del Contemporaneo AMACI associazione Musei d’arte contemporanea italiani”.
Dall’11 ottobre al 19 gennaio, riflettori puntati sull’artista libanese Walid Raad con un’esposizione realizzata in collaborazione con Carr d’Art-Muse di Nimes e Univesity Museum of Contemporary di Massachusetts. Un’anteprima italiana del progetto “The Atlas Group (1989-2004)” che investiga sulle condizioni sociali e psicologiche delle guerre civili in Libano, insieme a “Scratching on Things I Could Disavow” dove l’autore mette a fuoco l’affermazione dell’arte moderna e contemporanea nei paesi arabi.

Dalla Modern Art Agency a Terrae Motus(1965-1982) 22 novembre 2014-9 marzo 2015, riecco Amelio il “Principe degli antigalleristi” che nel novembre del ’65 apre la prima casa galleria al Parco Margherita dormendo in cucina per poi trasferirsi a piazza dei Martiri e poi a Berlino e New York. Inizia con ospitare artisti stranieri con i napoletani Alfano, Pistoletto e altri, giovani emergenti.
Da intellettuale trasporta il passato nel presente per proiettarsi nel futuro. Intuisce che Napoli citt  con una cultura millenaria, scelta da Marinetti nel 1909 per presentare il primo Manifesto del Futurismo, frequentata da artisti internazionali d’arte, può essere la sede mondiale dell’arte delle nuove avanguardie. Un esempio per illustrare come vedono gli altri la nostra citt .
Andy Warhol compra un paio di scarpe da ginnastica a Forcella le mette ai piedi e percorre tutta Spaccanapoli se le toglie e le pone in mostra. Sulle suole ha inciso la storia della citt , i versi di Virgilio Petrarca Leopardi, l’ironia di Boccaccio, i pensieri di Vico, le lezioni dei filosofi Greci, canti e musiche dell’opera buffa, i colori di Caravaggio, i profumi delle pizzerie, le alchimie di Sansevero, il passo nella notte dei Carbonari del’48, le lacrime di Eleonora Pimentel e dei martiri del ’98, il sangue dei partigiani delle Quattro Giornate.
Chi fa arte fa la storia e muore dipingendo scrivendo inventando studiando ricercando. Amelio abbandona l’idea della galleria e dell’arte legata al mercato e porta le sue iniziative nelle strade del mondo. Il suo amore per Napoli si palesa senza ombre in “Terrae Motus”. La tragedia diventa arte. Porta la citt  nel mondo e gli artisti da noi ospitandoli in una sua struttura ideata per ospitare e per laboratorio. Ritorna la Memoria. Napoli e la Campania vivono la tragedia di Pompei ed Ercolano. L’arte non è solo nature morte, nudi, paesaggi, scene idilliache, non decora pareti e soffitti ma diventa Storia del presente da ricordare poi.
Viliani prova con successo a realizzare i dettati di Amelio ossia costruire un Museo aperto alla citt  e al mondo per la didattica, la ricerca e le riflessioni su ogni forma d’arte. Il Madre diventa una stazione di transito per l’arte moderna come quelle delle nostre Metropolitane.

Per saperne di più
www.madrenapoli.it/

Nelle foto, Lucio Amelio (in alto) fotografato da Fabio Donato e Walid Raad

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