All’indomani della “giornata della memoria”, all’ Emeroteca – Biblioteca Tucci, ubicata al secondo piano dell’edificio delle Poste Italiane di Piazza Matteotti, è stato presentato dal giornalista Nico Pirozzi e dalla curatrice Suzana Glavas, il libro “Memorie sulla Shoah in Croazia”(pubblicato da Pironti, in basso, la foto della copertina).
L’opera è scritta da Paul Schreiner, insieme ad altri due sopravvissuti Ivo Reich e Medea Brukner, i quali in tarda et  hanno trovato, come ha affermato nella prefazione da Suzana Glavas , la forza ed il senso del dovere nei confronti dei posteri, per riferire, attraverso la memoria della mente e del cuore la messa in atto delle leggi raziali contro gli ebrei, sul suolo della Croazia di Ante Pavelic.
Durante la presentazione Glaves e Pirozzi (foto) hanno illustrato il contesto storico croato ove si è perpetrato il genicidio nei confronti del popolo ebreo.
Lo Stato indipendente di Croazia era uno stato satellite della Germania nazista che comprendeva la maggior parte della Croazia e tutta l’attuale Bosnia ed Erzegovina durante la Seconda guerra mondiale. Venne istituito il 10 aprile 1941 su parti del territorio che gi  furono parte del Regno di Jugoslavia dopo l’occupazione militare delle forze congiunte italo-tedesche.

Il governo dello stato fu posto sotto il controllo del gruppo nazionalista di estrema destra denominato Ustascia e del suo Poglavnik, Ante Pavelić.

Lo Stato indipendente di Croazia cessò di esistere alla fine della seconda guerra mondiale nel maggio del 1945, quando le forze dell’Asse e croate vennero sconfitte e la Croazia divenne, come Repubblica Socialista Croata, parte della Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia. Il regime di Pavelić, che basava il proprio fondamento ideologico sulla difesa dell’elemento etnico croato e sul cattolicesimo integralista, attuò una dura politica di repressione nei confronti degli elementi allogeni. Iniziò cos una pulizia etnica contro ortodossi, ebrei, zingari e comunisti. Fu anche creata una rete di campi di concentramento, il più noto dei quali, il campo di concentramento di Jasenovac, è oggi monumento alla memoria.
Suzana ha poi raccontato con grande commozione e gli occhi lucidi di lacrime, che negli 88 campi di concentramento presenti sul territorio, sono stati trucidati circa 11.000 persone e solo il 5% degli ebrei croati si è salvato.
Il libro, ha continuato la curatrice, narra di storie vere, dolorose, cruente vissute dai tre autori, che turbano la mente ed il cuore dei lettori ma che serviranno a non dimenticare. In particolare si è soffermata sulla vita di Paul Schreiner che con il padre, fu arrestato nella notte della vigilia di Natale per poi essere rilasciato. Il piccolo Paul, di appena 10 anni, rimasto solo, vide morire tragicamente il giornalista indipendente Emerik Glojnaric e sua sorella, ai quali il padre lo aveva affidato. Successivamente fu un contadino della stessa famiglia del giornalista, a salvargli la vita nascondendolo in un fienile.
Paul Schreiner, nato a Zagabria il 4 novembre 1928, nel 1956 porta a termine gli studi presso l’Universit  “Technion” al dipartimento di chimica dei silicati, ove viene promosso come direttore di ricerca ceramica e consulente tecnologico per lo sviluppo e la produzione dei prodotti dell’industria ceramica israeliana. A marzo del 1960 si trasferisce con la famiglia in Italia e lavora per la SITI di Novara in qualit  di direttore di ricerca e sviluppo ceramico, ed è attivo in 49 fabbriche di 22 paesi in 3 continenti, e operativo fino all’anno 2007.

A fine presentazione, la curatrice, alla domanda su cosa pensasse del negazionismo sulla shoah, ha commentato che ogni forma di negazionismo corrisponde a un genocidio sociale
affermando inoltre, che questa tragica vicenda umana, che ha coinvolto ebrei di tutta Europa, andrebbe ricordata giorno per giorno e non solo in quello dedicato alla memoria.

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