Inaugurata da Tina  Femiano e Lucio Allocca con “Io e Giovanna”, testo tratto dalla raccolta “La voce  delle mani” di Delia Morea (edizioni ilmondodisuk)  continua la rassegna Teatro in Archivio con il secondo spettacolo ospitato nel monumentale cortile di Palazzo Ricca (via Tribunali 214).
Dopo un’apertura emozionante, con due attori bravissimi nei loro ruoli, Tina  in quello della prostituta vivandiera che cerca la salvezza per la pulzella d’Orleans, Lucio come Monsignore/presidente del Tribunale ecclesiastico che la manda al rogo, in uno scenario suggestivo anche solo con il palco e poche luci,  ecco Napoletani… di versi, firmato da Roberto Giordano che sarà anche sul palco. Lavoro teatrale in cui la storia della lingua diviene il mezzo attraverso cui si narrano le vicende di un popolo e la storia di una città.
Andando oltre gli stereotipi e l’oleografia, Giordano ricostruisce un ritratto complesso, dove le immagini si sovrappongono, attraverso il mutamento storico della lingua, carico anche di quei mutamenti sociali e culturali, di cui Napoli, città multiforme e stratificata si è fatta custode nel corso dei secoli. Antica lingua romanza, il napoletano è riconosciuto dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità.  E lo spettacolo si concentra sul suo recupero,
 tra le parole poetiche di Libero Bovio, Viviani, Di Giacomo.
«La lingua ‑ spiega Giordano ‑ è il mezzo attraverso il quale si narrano le esperienze vissute, è lo strumento che permette di raccontare le vicende di un popolo, di una città. Un lavoro per riflettere e per non dimenticare le proprie radici fatte di cultura, poesia, musica e suggestioni…».

Tina Femiano | ilmondodisuk.com
Qui sopra, Lucio Allocca e Tina Femiano in “Io e Giovanna”. In alto, Giordano,  in una scena dello spettacolo dedicato alla lingua napoletana

Per partecipare all’evento è necessaria prenotare: tel333 3152415. Il biglietto costa 12 euro. Un’ora prima dello spettacolo, con lo stesso biglietto, si può visitare il Museo multimediale Kaleidos, allestito da Stefano Gargiulo – Kaos Produzioni, presso l’Archivio Storico del Banco di Napoli.

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